«Ma spesso si tratta di importi minimi, centinaia di euro o migliaia a fronte di pagamenti per milioni», sottolinea Abete. Esemplificativo il caso del Catania: ottocento euro pagati attraverso il «conto dedicato » ma invece che con un bonifico, con un assegno circolare. Inezie. «Spiccioli» che non possono cambiare le classifiche:«i campionati non corrono pericoli, non saranno sconvolti ».Non ci sono stati «insabbiamenti»: la Covisoc ha segnalato il 23 febbraio le sei società di A e B, le dodici di Prima e Seconda divisione. Sottolinea Abete«E’ l’inadempimento che viene punito». Ma qui l’adempimento c’è stato, seppur in forme sbagliate. La Procura Federale farà le sue valutazioni e poi deciderà per il deferimento o l’archiviazione.«Non è accettabile il fatto che un dirigente voglia fare contemporaneamente il presidente di una Lega, il vice-presidente federale, il procuratore federale e l’organo giudicate.Ognuno deve stare al suo posto, non esiste che qualcuno possa fare il giustiziere della notte. Si è rappresentata una Federazione che voleva nascondere qualcosa, falso. C’è stata una esplosione del caso sproporzionata rispetto alla rilevanza del problema»,accusa Abete.TENSIONI -In Federazione la situazione è molto tesa. L’attività è sostanzialmente bloccata e la denuncia di Macalli rischia«di distruggere il prodotto che non merita questo trattamento». Perché ieri il presidente della Lega Pro ha dovuto non solo fronteggiare la rabbia di Abete ma anche fare i conti con l’irritazione dell’Aic e con quella della serie B. Spiega Andrea Abodi:«Non abbiamo mai proposto la riduzione a due delle promozioni. Non esiste alcun progetto. Questa non corretta rappresentazione suggerita da soggetti che operano con intenti quantomeno discutibili e poco istituzionali, rappresenta l’ennesimo segnale dell’incapacità di alcuni interlocutori di partecipare correttamente e rispettosamente alla vita e allo sviluppo del sistema-calcio».Il fatto è che nessuno può dire come saranno i campionati del prossimo anno. Abete e Lega Pro sono favorevoli al blocco dei ripescaggi. Bisogna vedere se tale blocco deve prevedere un limite (ad esempio, sessanta squadre per cui se in Prima e Seconda Divisione se ne iscrivono, come si teme, solo 54, sei caselle vuote potrebbero essereriempite); oppure se deve essere totale. La B ha posto un limite: il campionato a venti squadre. Poi c’è il fronte aperto con la A che sta «trattando» il rientro nel Cf («Non ci saranno scambi sugli extracomunicatri»,precisa Abete). Nel frattempo, però, la riforma dello statuto è bloccata. L’Assemblea è stata fissata: si terrà il 20 maggio. Se la A non si convertirà a più miti consigli, Abete si rivolgerà al Coni per sottolineare una contraddizione paralizzante. Per cambiare il regolamento del Coni basta la maggioranza semplice; in Figc, invece, basta l’opposizione di due terzi di una sola componente per far saltare tutto.«Nessuno più di me ha rispetto delle minoranze, ma bisogna avere rispetto anche delle maggioranze », dice Abete.MOGGI E GIRAUDO -Tra uno scontro polemico e un altro, ieri il Cf ha varato la norma che consentirà di chiudere, nel bene o nel male, entro giugno, la questione della radiazione dei condannati di Calciopoli (i più noti Moggi e Giraudo). La regola prevede due gradi di giudizio. Ad attivarlo (presso il giudice sportivo territoriale o la commissione disciplinare territoriale o la Commissione di Dsciplina Nazionale) deve provvedere il Procuratore Federale. Il giudizio di secondo grado si svolgerà di fronte alla Corte di Giustizia Federale. Ma è chiaro che in caso di condanna alla radiazione, si andrà oltre quei gradi di giudizio (Alta Corte di Giustizia del Coni, Tar e il Consiglio di Stato). E poi bisogna vedere come gli ultimi sviluppi di Calciopoli incideranno sui nuovi giudizi