 Marco Cari, primo anno ad Arezzo Saranno
gli infortuni di alcuni giocatori importanti, sarà la sconfitta di
Foggia che qualche certezza l'ha minata, sarà che adesso il Gallipoli è
tre punti dietro l'Arezzo, fatto sta che in questa settimana il cerino
in mano se l'è ritrovato Giuseppe Giannini, alias il Principe.
L'allenatore del Gallipoli, in vista del confronto diretto di domenica,
ha provato diversi moduli di gioco e la varietà di schemi e soluzioni,
che fino a una settimana fa era considerata un'invidiabile ricchezza,
adesso potrebbe tramutarsi in un'insidiosa incognita. Marco Cari, da
questo punto di vista, parte in vantaggio: l'Arezzo non ha contraccolpi
psicologici da assorbire, ha un'identità tattica ben definita e
collaudata e può contare su due risultati su tre. Anzi, forse tre su
tre, perché pure in caso malaugurato di sconfitta, gli amaranto
resterebbero al comando.
I problemi di Giannini riguardano il reparto difensivo, il migliore del
torneo con soli tre gol al passivo. Savino e Bonatti di sicuro non
saranno a disposizione, mentre Molinari e Suriano si sacrificheranno
per la causa, nonostante le condizioni fisiche non ideali. Ieri il
tecnico giallorosso, nella sgambata contro la Berretti, ha rispolverato
il modulo a lui più caro, il 3-5-2, provando in difesa il giovane
Ianniciello, classe '88, insieme a Vastola e Antonioli. Con questo
schieramento, il fantasista Mounard partirebbe dalla posizione di mezzo
sinistro, mentre Giacomini e Cangi presidierebbero le fasce. Giannini
vuole lasciare libertà al suo regista, quell'Esposito di cui si parla
un gran bene, e soprattutto non vuole concederne a Bondi e Croce, cioè
i due che riforniscono l'attacco più prolifico d'Italia. Resta comunque
in piedi l'ipotesi 4-4-2, con Mounard che parte largo e poi si
accentra.
 Giuseppe Giannini, 44 anni Cari,
da parte sua, non cambierà una virgola. L'allenatore amaranto considera
Esposito il fulcro del gioco gallipolino, ma l'altro giorno in
conferenza stampa è stato molto chiaro: “Loro lo fanno apposta,
abbassano il centromediano per costringere gli avversari ad alzare il
pressing, col rischio che Mounard e Ginestra vengano a giocare tra le
nostre linee. Dovremo stare attenti, una soluzione la troveremo senza
snaturare la nostra identità”. Alla fine non sorprenderebbe se toccasse
a Baclet il compito di attaccare Esposito, in modo da impedire al
Gallipoli di sviluppare il suo gioco abituale.
In generale, la strategia dei due tecnici sarà importante, ma poi a
decidere il big match potrebbe essere un rimbalzo strano sul sintetico
oppure un'intuizione di Di Gennaro o Chianese. L'Arezzo, in ogni caso,
ha il vento che soffia alle spalle. E Giannini lo sa. (articolo pubblicato stamani su Il Nuovo) |