5 marzo 2011
Abete sempre più sotto tiro e se torna anche Carraro...

Franco Carraro
La fronda per adesso è portata
avanti dalla Lega Pro: il trio Macalli-Pitrolo-Ghirelli tiene sotto
pressing il presidente della Federcalcio, Giancarlo Abete che in
consiglio federale non ha più all'appoggio (dall'estate scorsa) della
Lega di serie A. Ma adesso gli scenari potrebbero addirittura
complicarsi per Abete se davvero al posto di Maurizio Beretta, che a
giugno lascerà la Lega di A per l'UniCredit, dovesse arrivare Franco
Carraro. Sì, perché Carraro è stato uno "sponsor" di Abete, e ne
caldeggiò l'ascesa alla Figc, ma ora non lo è più e non condivide la sua
politica troppo attendista. La tattica del rinvio. Non è ancora sicuro
che Carraro possa (e voglia) davvero riprendere la guida della Lega dove
è già stato ai vertici per tre volte, così come in Figc. Carraro, dopo
le dimissioni per Calciopoli (prosciolto poi in tutte le sedi), disse
che col calcio aveva chiuso: la carica cui tiene di più è quella di
membro Cio, che detiene dal lontano 1982. Ma adesso la Lega Calcio è
cambiata: si è divisa fra A e B, gli scenari sono diversi. Chissà.
Carraro gode ancora di forti appoggi, anche politici: è stimatissimo da
Gianni Letta e fa parte della commissione di fattibilità di Roma 2020.
Se davvero dovesse Carraro tornasse nel calcio (per la successione di
Beretta sono in corsa anche il commercialista Simonelli, favorito, e
Rosella Sensi) sarebbe un problema in più per Abete in consiglio
federale: nella Lega di A c'è
già il consigliere Claudio Lotito che, dopo il fallimento del Sudafrica, era fra i sostenitori delle dimissioni di Abete.
Moltissimi
sono i problemi che vanno risolti prima dell'estate per poter fare
ripartire il mondo del calcio. Il prossimo consiglio federale, verso
fine marzo-inizio aprile, dovrebbe vedere finalmente il ritorno della
Lega di serie A: l'altro giorno Claudio Lotito aspettava Abete per
"trattare". Ma nessuna resa, o patteggiamento, sugli extracomunitari,
così almeno assicura il n.1 Figc. Di sicuro, la Lega maggiore non vuole
più trovarsi di fronte ad un fatto compiuto come la scorsa estate. Nel
prossimo c. f. si fisserà, dopo molti tentennamenti, il blocco ai
ripescaggi e contemporaneamente si stabiliranno regole chiare di
iscrizione ai campionati. Se alzano troppo le fidejussioni in Lega Pro
(lo scorso anno 400.000 euro per la prima divisione e 200.000 per la
seconda), non si iscrive nessuno: va trovato un punto di equilibrio per
la ex serie C dove già adesso ci sono 80 punti di penalizzazione nei
campionati e non è finita perché a fine stagione molti club rischiano di
saltare per aria. Poi, bisognerà mettere mano alla riforma dei
campionati (Abodi e Macalli litigano per retrocessioni e promozioni),
allo statuto (Nicchi litiga con le Leghe per difendere l'autonomia degli
arbitri), alla radiazione di Moggi e c. (ma è quasi sicuro che non se
ne farà nulla per evitare processi su processi). Per fortuna, e va dato
ad Abete, è stato risolto il nodo del Club Italia, che ora sembra
funzionare. Infine, la "patata calda" che chiuderà la stagione di Abete:
la decisione dell'eventuale revoca dello scudetto 2006, chiesta dalla
Juventus a danno dell'Inter. Stefano Palazzi indaga con la sua consueta
lentezza ma entro maggio dovrà mandare le carte al consiglio federale:
le intercettazioni uscite (non certo per merito degli investigatori) e
che riguardano il club nerazzurro non sono leggere, vanno valutare
quindi con attenzione e serenità. E la Figc dovrà prendere una
decisione. Non si può più rimandare. L'esposto Juve è del 10 maggio
2010: ora le carte (i file, i cd...) per giudicare ci sono tutte.
Abete, in occasione del contratto calciatori, ha dimostrato forza e
personalità: sono doti che adesso dovrà tira fuori di nuovo.
Roma 2020: i dubbi Pd e Tokyo ora decide Olimpiade
2020: a Roma stanno lavorando, a Tokyo pensando (che fare). Il
presidente del Comitato promotore, Mario Pescante, uomo di sport ma
anche senatore Pdl, sta tessendo la tela politica: ha incontrato già
Bersani e, venerdì, Zingaretti. Il clima migliora: ma il Pd non ha
ancora designato il suo vicepresidente. Forse sarà "un vicepresidente di
tutti" come sostiene, o auspica, lo stesso Pescante. Quel ruolo di vice
(gli altri due sono Alemanno e Petrucci) lo voleva Veltroni: ma
all'interno del suo stesso partito non è che abbia ricevuto molti
appoggi. La situazione, quindi, per ora è di stallo: c'è tempo, ma ci
vorrà una mozione bipartisan del Parlamento, per dare credibilità alla
candidatura davanti al Cio. Ma Pescante ora è più ottimista. Intanto,
presto Tokyo potrebbe decidere se candidarsi, o meno: dipende se si
candiderà alla carica di governatore Shintaro Hishibara, uomo di destra,
favorevole all'Olimpiade. Gli altri eventuali candidati alla stessa
carica pare invece siano molto più tiepidi, o addirittura contrari ai
Giochi. Tokyo, come sostiene giustamente Pescante, sarebbe però una
rivale pericolosa per Roma. Intanto Petrucci, oggi e domani è a Parigi
dove, in occasione degli europei indoor di atletica, avrà contatti con
molti membri Cio: che fa la Francia? Candida Parigi? Per ora, in Francia
aspettano di vedere che fine farà Annecy. fonte: repubblica.it
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