5 marzo 2011
Abete bacchetta Macalli "Niente sconvolgimenti"

Il presidente della Federcalcio spegne gli allarmi su presunti
provvedimenti provocati dall'indagine-Covisoc, la commissione che
controlla i bilanci societari. "Quest'anno è tutto ok, il presidente
della Lega Pro doveva star zitto" ROMA - Siamo entrando nel periodo della paura, o almeno
quello nel quale arrivano i primi spifferi d'allarme da via Allegri,
sede della Figc. Una storia decennale. Scende in campo, per buttare
acqua sul fuoco, il presidente della Figc, Giancarlo Abete. "Campionati
sconvolti? Assolutamente no, non c'è questo rischio e me ne assumo la
responsabilità. Se pensiamo che vengano sconvolti i campionati per poche
migliaia di euro pagate in modalità diversa a fronte di milioni si
finisce per distruggere un prodotto che non merita questo trattamento".
Così
parlò Abete commentando le 36 segnalazioni di società della Covisoc
alla Procura federale per non aver effettuato i pagamenti in base alla
norma sul conto dedicato.
"C'è stata un'esplosione di
comunicazione sugli organi di stampa assolutamente sproporzionata
rispetto al problema - ha aggiunto il numero uno del calcio italiano -
Il 23 febbraio la Covisoc ha fatto delle segnalazioni su pagamenti
diversi rispetto al conto dedicato, anche su pagamenti piccola entità,
nei confronti dei singoli calciatori. Non esiste un deferimento da parte
della Covisoc, la Procura federale prende atto delle segnalazioni e poi
valuta se ci sono dei deferimenti da effettuare in base alle normative
vigenti. Bisogna stare attenti a non confondere le modalità che servono
al controllo o non controllo con l'adempimento o non adempimento".
Poi arriva la 'bacchettata' a Mario Macalli, presidente della Lega Pro, che aveva anticipato
la notizia parlando anche di un intervento della
Procura federale. "Ha fatto delle dichiarazioni improvvide, penso che i
soggetti politici debbano stare lontani dagli organi di giustizia
sportiva, non esiste il giustiziere della notte - continua Abete -.
Nessuno ha voluto nascondere niente, è una notizia normale su cui non
dovrebbero intervenire soggetti che dovrebbero occuparsi di politica
sportiva".
fonte: repubblica.it
Abete attacca Macalli e assicura: «Serie A e B non corrono pericoli» (COrriere dello Sport) - «Dichiarazioni improvvide».Questa
volta Giancarlo Abete, presidente federale, non si preoccupa di
celare la sua rabbia. Nel mirino Mario Macalli, vice.presidente della
Figc e presidente della Lega Pro colpevole di aver parlato
pubblicamente di una trentina di società (trentaquattro, per la
precisione) che non hanno usato il«conto dedicato», imposto dalle norme in materia di trasparenza, per compiere i pagamenti.
«Ma spesso si tratta di importi minimi, centinaia di euro o migliaia a fronte di pagamenti per milioni»,
sottolinea Abete. Esemplificativo il caso del Catania: ottocento
euro pagati attraverso il «conto dedicato » ma invece che con un
bonifico, con un assegno circolare. Inezie. «Spiccioli» che non
possono cambiare le classifiche:«i campionati non corrono pericoli, non saranno sconvolti ».Non
ci sono stati «insabbiamenti»: la Covisoc ha segnalato il 23 febbraio
le sei società di A e B, le dodici di Prima e Seconda divisione.
Sottolinea Abete«E’ l’inadempimento che viene punito».
Ma qui l’adempimento c’è stato, seppur in forme sbagliate. La
Procura Federale farà le sue valutazioni e poi deciderà per il
deferimento o l’archiviazione.«Non è accettabile
il fatto che un dirigente voglia fare contemporaneamente il presidente
di una Lega, il vice-presidente federale, il procuratore federale e
l’organo giudicate.
Ognuno deve stare al
suo posto, non esiste che qualcuno possa fare il giustiziere della
notte. Si è rappresentata una Federazione che voleva nascondere
qualcosa, falso. C’è stata una esplosione del caso sproporzionata
rispetto alla rilevanza del problema»,accusa Abete.
TENSIONI -In Federazione la situazione è molto tesa. L’attività è sostanzialmente bloccata e la denuncia di Macalli rischia«di distruggere il prodotto che non merita questo trattamento».
Perché ieri il presidente della Lega Pro ha dovuto non solo
fronteggiare la rabbia di Abete ma anche fare i conti con
l’irritazione dell’Aic e con quella della serie B. Spiega Andrea
Abodi:«Non abbiamo mai proposto la riduzione a due
delle promozioni. Non esiste alcun progetto. Questa non corretta
rappresentazione suggerita da soggetti che operano con intenti
quantomeno discutibili e poco istituzionali, rappresenta l’ennesimo
segnale dell’incapacità di alcuni interlocutori di partecipare
correttamente e rispettosamente alla vita e allo sviluppo del
sistema-calcio».Il fatto è che nessuno può dire
come saranno i campionati del prossimo anno. Abete e Lega Pro sono
favorevoli al blocco dei ripescaggi. Bisogna vedere se tale blocco deve
prevedere un limite (ad esempio, sessanta squadre per cui se in
Prima e Seconda Divisione se ne iscrivono, come si teme, solo 54, sei
caselle vuote potrebbero essereriempite); oppure se deve essere totale. La B ha posto un limite: il campionato a venti squadre.
Poi c’è il fronte aperto con la A che sta «trattando» il rientro nel Cf («Non ci saranno scambi sugli extracomunicatri»,
precisa
Abete). Nel frattempo, però, la riforma dello statuto è bloccata.
L’Assemblea è stata fissata: si terrà il 20 maggio. Se la A non si
convertirà a più miti consigli, Abete si rivolgerà al Coni per
sottolineare una contraddizione paralizzante. Per cambiare il
regolamento del Coni basta la maggioranza semplice; in Figc, invece,
basta l’opposizione di due terzi di una sola componente per far
saltare tutto.«Nessuno più di me ha rispetto delle minoranze, ma bisogna avere rispetto anche delle maggioranze », dice Abete.
MOGGI E GIRAUDO -Tra
uno scontro polemico e un altro, ieri il Cf ha varato la norma che
consentirà di chiudere, nel bene o nel male, entro giugno, la questione
della radiazione dei condannati di Calciopoli (i più noti Moggi e
Giraudo). La regola prevede due gradi di giudizio. Ad attivarlo
(presso il giudice sportivo territoriale o la commissione disciplinare
territoriale o la Commissione di Dsciplina Nazionale) deve provvedere
il Procuratore Federale. Il giudizio di secondo grado si svolgerà
di fronte alla Corte di Giustizia Federale. Ma è chiaro che in caso
di condanna alla radiazione, si andrà oltre quei gradi di giudizio
(Alta Corte di Giustizia del Coni, Tar e il Consiglio di Stato). E
poi bisogna vedere come gli ultimi sviluppi di Calciopoli incideranno
sui nuovi giudizi
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