24 gennaio 2010
Lega Pro: il presidente Mario Macalli: “Nessuno tocchi le nostre squadre” - calciotoscano.it

23/01/2010 12:33 Testo:Luca Santoni
Il capo dei capi
della terza e quarta serie fa il punto della situazione a 360 gradi.
Sui giovani: “In Italia troppe leggende metropolitane. All'estero
i '91 bravi giocano subito titolari”. Sulla battaglia dei diritti
tv: “Nuova legge errore irreversibile per il calcio italiano. Così
impossibile riformare i campionati”. Sulla tessera del tifoso:
“Dobbiamo riportare tranquillità nei nostri stadi”. Sul progetto pilota
dei biglietti nominali adottato dalla Carrarese: “La mia presenza
qui è un chiaro segnale. A Carrara le cose sono andate
positivamente, ma solo il 50% delle squadre è a norma. Dal prossimo
anno chi non si è organizzato non partecipa ai campionati”.
CARRARA.
Pessimista sul futuro del calcio italiano, ma pronto a lottare fino
all'ultimo. Questo lo stato d'animo del presidente di Lega Pro Mario
Macalli, presente giovedì allo stadio dei Marmi. Il capo dei capi
della terza e quarta serie, a Carrara per assistere alla finale del
Quadrangolare di Lega Pro (il Trofeo Under 21 si è disputato nella
vicina La Spezia), non si è lasciato sfuggire l'occasione per fare
il punto della situazione a 360 gradi. Dalla valorizzazione delle
nuove leve, alla battaglia per i diritti televisivi, fino alle
recenti riforme che dal prossimo anno renderanno obbligatori i
biglietti nominali su tutti gli impianti sportivi.
Presidente
Macalli, partiamo dal Quadrangolare. Soddisfatto della qualità della
competizione?
«Come
tutti gli anni credo si siano visti buoni giocatori, alcuni di
qualità molto alta. E' il meglio del calcio giovanile della
federazione, ma direi anche del calcio italiano, se pensiamo che
quattro anni fa a Sesto San Giovanni giocava con noi un certo
Candreva. Sono
soddisfatto, ma se mi chiedete dei giovani, vi dico che purtroppo nei
vari campionato hanno poco spazio. Paradossalmente la squadra che ha
ricevuto più contributi è stato il Cesena che ha vinto il
campionato ed è promosso in serie B. Questo dimostra che si può
vincere anche puntando sulle nuove leve. In Italia ci sono troppe
leggende metropolitane. All'estero, nel resto d'Europa, giocano
i '91 e, se sono bravi, trovano spazio anche ad alti livelli.
E' una mentalità diversa dalla nostra».
Il
“Ragioniere” parla poi della situazione della Lega Pro e della
necessità, (sempre rinviata) di arrivare ad una riforma radicale dei
campionati.
«Noi
ci stiamo battendo per avere una riforma del calcio professionistico
totale che attualmente conta 20 squadre in A, 22 in B e 90 in Lega
Pro. Tutto questo è un errore se pensiamo che sotto di noi ci sono
altre 162 società mascherate da dilettanti, ma che in realtà sono
molto più professionistiche di una Seconda Divisione. Comunque il
problema è molto più vasto. E' inutile continuare così. Bisogna
cambiare tutta la formula. Ad essere sbagliata è la serie B che non
produce risorse, ma solo debiti. La serie cadetta così come è
adesso non ha senso. Lasciando invariata la serie A, ci vorrebbe una
B a due gironi di 18 squadre e una Lega di Prima Divisione a tre
gironi, a seguire i dilettanti. Solo così si può pensare di
cambiare il calcio, ma oggigiorno è un'utopia».
Sul
banco degli imputati la nuova norma che regolarizza la spartizione
delle risorse dei diritti radio-televisivi e che va a modificare il
vecchio decreto Melandri, a danno delle realtà minori. Solo l'1% dei
diritti televisivi andrà alla Lega Pro, contro il 4% richiesto da
Macalli.
«Con
questa nuova norma non è più possibile cambiare niente. Questa
legge rappresenta un errore irreversibile per il calcio italiano».
Per
questo la Lega Pro è pronta a salire sulle barricate. Lo scorso 18
ottobre tutte le partite di terza e quarta serie sono partite in
ritardo per protesta. A novembre era stato addirittura minacciato il
blocco dei campionati.
«Se
ci fermiamo non perdiamo più soldi, non sono minacce.
Noi facciamo le nostre considerazioni. Per questo stiamo trattando
coi politici. Proveremo a far capire che la strada intrapresa è
quella sbagliata. Però se qualcuno, a scopo propagandistico, pensa
di aver creato una rendita di posizione a discapito della Lega Pro,
si sbaglia di grosso. Alle
condizioni attuali le cose si lasciano così come sono: nessuno tocca
le nostre 90 squadre».
Il
numero uno della Lega Pro interviene anche sulla questione stadi e le
recenti riforme, con l'introduzione dei biglietti nominali e la
tessera del tifoso che tanto hanno fatto arrabbiare le curve di tutta
Italia.
«Nel
corso degli anni si sono consegnati troppi club nelle mani di alcune
minoranze. Noi abbiamo bisogno di tranquillità, di far si che andare
allo stadio non sia più un rischio. Con l'introduzione della tessera
del tifoso queste minoranze sono state attaccate. E' per questo che
un gruppo di persone ha fatto quello che ha fatto (riferendosi
alle manifestazioni di piazza delle tifoserie organizzate ndc).
Certamente se andiamo a vedere all'estero, a livello Uefa, non c'è
nulla di tutto questo. Non esiste la tessera del tifoso, tutti questi
controlli, ma neanche tutte le recinzioni che hanno i nostri stadi.
Se noi abbiamo tutto questo, c'è un perché. Il fatto è che in
Italia non paghiamo mai per le violenze che commettiamo. Gli stadi
sono diventati delle zone franche. Noi non vorremmo arrivare a queste
leggi, ma qualcosa bisogna pur fare».
Infine
una valutazione sul progetto pilota dei biglietti nominali portato avanti
dalla Carrarese secondo le direttive di Firenze.
«La
Carrarese ha seguito le mie direttive. Dal
prossimo anno le regole saranno più chiare per tutti: senza licenza
nessuna squadra verrà iscritta ai campionati e per ottenerla
occorrerà avere un impianto sportivo a norma. I dirigenti
lungimiranti avranno sicuramente un vantaggio. Ad oggi –
ammonisce Macalli – solo
il 50% delle società sarebbe a norma. A Carrara
le cose sono andate positivamente. La Carrarese è una società
virtuosa, con la quale ci fa sempre piacere collaborare, perché
nonostante i tanti sacrifici, rispetta le regole. Quest'anno non a
caso siamo venuti molto volentieri qui a Carrara, oltre che a La
Spezia, proprio per dare un segnale chiaro in questo senso». fonte: calciotoscano.it
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