La
gara vinta contro il Cesena ha visto i biancoscudati scendere in campo
con un modulo diverso rispetto al 4-3-3 visto all'opera nelle prime
otto giornate. Rabito dietro le due punte (Varricchio con Di Nardo) ha
agito da rifinitore con buoni risultati. Contro il Cesena, Mister Sabatini ha varato il nuovo modulo 4-3-1-2 che, almeno fino al ritorno in squadra di Baù, dovrebbe mandare in soffitta il 4-3-3. Difesa
consueta con i terzini Carbone e Falsini e la coppia di centrali
costituita da Giovannini e Faisca. In mediana, Pederzoli in posizione
di playmacker, Bovo a destra e Gentile a sinistra, Rabito collocato tra
la linea di centrocampo e quella di attacco, in avanti l’inedito tandem
formato da Varricchio e Di Nardo. Nel primo tempo si è visto il miglior Padova della stagione,
una squadra che se riuscisse ad esprimersi così in ogni partita per
almeno 75 minuti, vincerebbe il campionato alla grande. Ottima la
circolazione della palla, la fluidità di manovra e l’intensità di
gioco. Pederzoli è stato bravo sia a recuperare palla
sia a giocarla poi per qualche compagno smarcato, Bovo molto efficace
nell’inedita posizione di mezzala destra, Gentile e Rabito si sono
scambiati spesso il ruolo di mezzala sinistra e di rifinitore dietro le
punte. Prevalentemente è stato l’ex Albinoleffe a svolgere il ruolo di
mezzapunta e lo ha fatto con grande lucidità. In attacco, validissimo è
stato l’apporto fornito dal rientrante Di Nardo, che ha scaricato sul
terreno di gioco tutta la rabbia accumulata nei mesi vissuti ai
margini, correndo tantissimo e al contempo conservando grande lucidità
in possesso di palla; l’ex attaccante del Frosinone, pur di modesta
statura, ha saltato anche su tutte le palle alte ed è stato davvero una
spina nel fianco della retroguardia cesenate. Peccato per qualche cross
poco calibrato in area ospite e per alcune triangolazioni non
perfezionate, che hanno impedito alle punte scudate di trovarsi a tu
per tu con Ravaglia. Così, nonostante l’ottimo volume di gioco
prodotto, i biancoscudati si sono fatti insidiosi solo con alcuni tiri
da fuori che di poco hanno lambito il palo cesenate. Fino al gol di Di
Nardo, frutto di uno schema, con Varricchio bravo nel fare da sponda e
con il nostro Totò lesto ad inserirsi tra i difensori ospiti e ad
insaccare: una rete alla Inzaghi, pardon… alla Di Nardo.
Il
dubbio che aleggiava durante l’intervallo era se il Padova sarebbe
riuscito, nella ripresa, a tenere i ritmi alti del primo tempo. E in
effetti, nel secondo tempo, la squadra di Sabatini ha pagato gli sforzi
profusi nella prima parte di gara, dovendo cedere ai romagnoli venti-
trenta metri di campo senza riuscire più a riproporsi con lucidità in
avanti. Il Cesena ha schiacciato il Padova nella propria trequarti
campo, allargando il gioco ed avvalendosi soprattutto della spinta dei
terzini. Del resto, si sapeva già delle precarie condizioni di forma di
Rabito (sostituito dopo un’ora di gioco) e del fatto che Di Nardo non
avesse i 90 minuti nelle gambe, comunque stoicamente in campo fino alla
fine. Il merito del Padova è stato, tuttavia, quello di non perdere mai
la testa, cercando sempre di ragionare. Faisca e C. hanno tentato
sovente il possesso palla con scambi in orizzontale e non hanno
lesinato neppure qualche pallone spedito in gradinata. La difesa non ha
commesso nessun errore, né individuale né di posizionamento, rimanendo
sempre concentrata. Dopo 60 minuti Rabito ha lasciato il posto a
Lewandowski che, però, è stata la nota negativa della squadra, in
quanto non è riuscito ad interpretare bene il ruolo di trequartista e
perdendo anche alcune palle avventatamente. In seguito, Crovari e
Petrassi sono subentrati al posto rispettivamente di Gentile e Carbone,
ma l’assetto tattico del Padova è rimasto immutato. Biancoscudati
costretti, quindi, a soffrire fino alla fine per portare a casa tre
preziosissimi punti, ma il Cesena non è mai riuscito a liberare al tiro
un uomo davanti a Cano, creando solo qualche brivido, diciamo di
routine. Poco spazio anche per il contropiede del Padova, vuoi per
la mancanza di energie fisiche, vuoi perché l’infortunio subito da
Carbone ha impedito a Sabatini di inserire Filippini (che è in possesso
di un’ottima progressione negli ultimi trenta metri), vuoi anche perché
il Cesena è stato bravo ad attaccare senza mai scoprirsi troppo.
Promossi Quasi
tutto il Padova, soprattutto per quanto fatto vedere nei primi 45
minuti, è da promuovere in blocco, con una menzione particolare per
l’intera retroguardia, sempre impeccabile anche quando è stata messa
sotto pressione dal Cesena, e per le prove di Bovo (ottimo come mezzala
destra) e di Di Nardo, veramente bravo a spaziare su tutto il fronte
offensivo e che ha profuso un impegno davvero ammirevole, andando anche
al di là delle sue attuali possibilità fisiche. Bocciati Lewandowski,
che al 62’ ha sostituito l’affaticato Rabito, non è riuscito a svolgere
bene il ruolo di trequartista, richiesto dal nuovo modulo adottato da
Sabatini. Sicuramente da rivedere, anche perché il ragazzo era piaciuto
molto come esterno. Massimiliano Ferrati -
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