21 luglio 2008
Macalli: "Sull'Avellino la Covisoc ci ha detto frottole
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CESENA.
Un fulmine all'improvviso, sull'Avellino, sulla Covisoc, su Matarrese,
Abete e sul calcio italiano.
A lanciarlo è Mario Macalli, presidente di Lega Pro.
Durissimo nei confronti della Commissione di Vigilanza sulle Società,
durissimo sul Consiglio Federale che ha accolto il ricorso praticamente
disperato dell'Avellino.
E potentissimo per il Cesena, che vede ora spalancate le porte per un
ricorso in grado di riportarlo in B.
E' solo il preludio ad una lunghissima e calda estate, ma se fino a ieri
gli Irpini si sentivano con un piede tra i cadetti, ora hanno più di una
ragione per tremare.
Presidente, cosa è successo venerdì in Consiglio?
La Covisoc ci ha raccontato delle frottole, punto e basta. E io non
tollero le farfanterie, non le permetto.
Come presidente di Lega io avevo segnalato delle disfunzioni, delle cose
che non andavano, nella situazione dell'Avellino ma non solo.
Mancavano le liberatorie, quasi tutte, e c'era un pignoramento in atto
di 342 mila euro.
E la Covisoc cosa ha fatto?
E' venuta a raccontarci che i calciatori erano stati pagati, che il 14
luglio avevano provveduto a mandare un ispettore ad Avellino, il quale
aveva verificato l'adempimento delle spettanze. Ma il regolamento è
chiaro, su questo punto: sono richieste espressamente le liberatorie dei
calciatori. E su venti, venticinque giocatori, di liberatorie ne abbiamo
viste pochissime, quasi nessuna. E' un dato di fatto.
Perchè mancavano, visto che a loro dire gli stipendi erano stati pagati
fino a marzo?
Ci hanno spiegato di aver convocato in sede tutti i giocatori tramite
telegramma per la firma delle liberatorie, ma nessuno, e sottolineo
nessuno, si è presentato. Allora ho dichiarato di sentirmi dalla parte
dell'Avellino, danneggiato gravemente dal comportamento dei calciatori,
e ho proposto il loro deferimento con apertura di un'istruttoria da
parte dell'Ufficio Indagini. Ovviamente si sono guardati bene dal
procedere in tal senso.
E sul pignoramento?
Ne saprò più lunedì (domani, ndr), quando chiederò spiegazioni alla
società esattrice, Equitalia. Gli ispettori della Covisoc hanno parlato
solo di due o tre multe. Ma vanno forte, ad Avellino, per totalizzare
600 milioni delle vecchie lire di multe. Ma la storia non finisce qui:
questi signori della Covisoc se ne devono andare a casa, il presidente
Federale li avrebbe dovuti già cacciare, ed invece ha votato a favore.
Cosa prevede per il futuro?
Sicuramente il prossimo 25 luglio non si dovranno compilare i calendari
di A e B come sperano di fare Matarrese ed Abete, e non si faranno fino
a che questa storia non sarà chiarita. Nella mia carriera ne ho viste di
tutti i colori, ma mai una cosa del genere. Potranno esserci ricorsi,
vedremo: se il calcio è cambiato, è ora di dimostrarlo.
Fonte: Corriereromagna
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| Macalli: “L’Avellino non può essere
iscritto!” |
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"Il
campionato di B non può partire. Mi impegno ad andare fino in fondo a
questa storia.
E' la prima volta che vedo certe cose in Consiglio Federale.
Quelle norme per l'ammissione ai campionati le hanno votate loro. Io ho
votato contro. Le hanno volute ? E allora che le rispettino.
Ma nulla contro l'Avellino. Sia chiaro. Poteva trattarsi di qualsiasi
altra società, mi sarei comportato allo stesso modo.
Ci sono troppe zona d'ombra e la Covisoc non è stata esaustiva su alcuni
punti. Se ci ha nascosto la verità, ha commesso reato.
E i suoi membri sono passibili di denunce penali.
Parlerò con i miei avvocati e mi regolerò sul da farsi. Questa storia
non finisce qui.
Qualcuno in consiglio ci ha detto che si tratta di verbali rilevati dai
vigili urbani del comune di Avellino.
Seicento milioni di vecchie lire. Non mi risulta che ad Avellino ci sia
un autodromo e nemmeno correndo in Ferrari si può arrivare a quelle
somme.
Io penso di sapere a cosa si riferiscono quei 343 mila euro e lunedi lo
scoprirò. Se le cose stanno come penso mi rivolgerò alla Procura
Federale.
Se, in quella somma sono compresi contributi o tasse siamo di fronte ad
elementi ostativi all'iscrizione al campionato ma la Covisoc non ha
verificato.
Non ha saputo darci una risposta. Anzi, ci ha preso in giro.
Tra l'altro prossimamente dovrò recarmi a Firenze, in tribunale, per
testimoniare nel giudizio intentato dal creditore ai danni
dell'Avellino. Io devo cautelarmi.
Gli ufficiali giudiziari sono già venuti in Lega ma non hanno prelevato
nulla perchè la società non aveva crediti. Io voglio sapere di che
debiti si tratta.
La Covisoc ci ha raccontato frottole. In prima istanza quella garanzia
non c'era. E, se mi è consentito, è un'anomalia tutta italiana che una
società sub judice possa ambire al ripescaggio.
Cosa farà il Cesena non mi riguarda. So soltanto che si è creato un
precedente pericoloso. Con i romagnoli ci sono altri club: Cremonese,
Ravenna, Manfredonia.
La situazione è molto delicata e bisogna vederci chiaro. Si è mai visto
un lavoratore che non passa a ritirare lo stipendio? In trenta, più o
meno, non hanno rilasciato la quietanza.
La Covisoc ha inviato un ispettore il 14 luglio che ha accertato
l'erogazione dei pagamenti attraverso bonifici bancari. Ne prendiamo
atto, ma non capisco come mai un'intera squadra, in pratica, non ha
firmato le liberatorie.
Un comportamento irresponsabile dei tesserati può far saltare una
società. Le norme parlano chiaro: il comunicato ufficiale dice che per
l'ammissione in Lega Pro servono le liberatorie. E l'Avellino non ne ha
prodotte. Non una, ma una trentina.
Nel ricorso c'era scritto che il club aveva convocato i tesserati con i
telegrammi ma non si sono presentati. Bisognava comportarsi
diversamente, investendo del problema la procura federale.
Aprendo l'indagine si poteva stabilire se la responsabilità era dei
giocatori; e allora questi signori si beccavano 6 mesi di squalifica;
oppure se c'erano problemi di altra natura che hanno indotto i tesserati
a non rilasciare la liberatoria.
La società doveva fare ricorso per sistemare una serie di situazioni e
per me non le ha sistemate. Ma io andrò fino in fondo a questa storia".
Fonte: vocesport |
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