2 luglio 2008
Le tenniste? tutte zoccole – il “doppio fallo” di Gimelstob, boss del circuito pro: “la Kournikova si merita una bella ripassata” – “la Cornet, bella fighetta” – “meno lesbiche grazie alle pupe russe
Le
tenniste? tutte zoccole – il “doppio fallo” di Gimelstob, boss del
circuito pro: “la Kournikova si merita una bella ripassata” – “la
Cornet, bella fighetta” – “meno lesbiche grazie alle pupe russe”…
Gaia Piccardi per il “Corriere.it”
Anna Kournikova
A volte ritornano. Senza l'allegra sfacciataggine di
quello sporco maschio sciovinista (ipse dixit) di Bobby Riggs, la
stella del tennis degli anni 40 che a furia di ripetere «le donne che
giocano a tennis sono di una razza inferiore» finì per raccogliere
(apposta?) dieci game con la pasionaria Billie Jean King nella
Battaglia dei Sessi: 30 mila spettatori il 20 settembre 1973
all'Astrodome di Houston.
Senza i giri di parole di Pat Cash
(«Il tennis femminile è due set su tre di spazzatura che dura solo
un'ora e mezza») né l'ardire un po' naïf di Richard Krajicek («Le top
100 sono porcelline che non meritano di essere pagate quanto gli
uomini»).
A volte ritornano con la sguaiatezza senza alibi di
Justin Gimelstob, dimenticabilissimo davisman americano ed ex numero 63
del mondo (1999) eletto, non si sa per quali meriti, rappresentante dei
giocatori nel board dell'Atp, l'organizzazione che governa il tennis
professionistico.
La Vaidisova
E chissà se Gimelstob parlava anche a nome di Federer,
Nadal e Djokovic quando è intervenuto in una trasmissione radiofonica
di Washington per trinciare giudizi che sono rimbalzati fino a
Wimbledon, scuotendo il Tempio alle fondamenta e riattizzando quella
battaglia dei sessi che sembrava sopita da trent'anni.
I suoi bersagli sono stati Anna Kournikova («È una
cagna. Ha un fisico da urlo ma una faccia da cinque. Non me la porterei
mai a letto però non mi dispiacerebbe che quello stallone di mio
fratello le desse una bella ripassata...»), Nicole Vaidisova («Si è
sviluppata proprio bene»), Tatiana Golovin («Mi fa sesso») e Alizé
Cornet («Bella fighetta»), 18enne promessa francese finalista
quest'anno a Roma, troppo signora per rispondere al cafone del New
Jersey.
Anna Kournikova
Ma è tutto l'ambiente del tennis femminile a non godere
di alta considerazione da parte di Gimelstob («Le giocatrici sono delle
ignorantelle, non vanno a scuola, non sono socievoli e se in giro ci
sono meno lesbiche è solo perché il circuito è stato invaso dalle pupe
russe»), molto esplicito nel sottolineare quel complesso di superiorità
misto a invidia che, da sempre, contraddistingue i rapporti di
inimicizia tra tennisti e tenniste, costretti a convivere sotto lo
stesso tetto nei quattro Slam e storicamente in competizione nella
conquista di attenzione da parte dei media, interviste, copertine e,
naturalmente, soldi.
Ai ragazzi, in sostanza, non è mai andato
giù che le ragazze siano arrivate a guadagnare gli stessi premi facendo
metà della fatica e non è un caso che la polemica sessista sia
scoppiata proprio a Wimbledon, l'ultimo degli Slam ad allinearsi alla
parità dei prize money, un tabù caduto (dopo 130 anni) nel 2007.
Mentre
la sindacalista King ha preteso e ottenuto le scuse pubbliche di
Gimelstob, Anna Kournikova ha scelto il silenzio, forse meditando una
gelida vendetta. Vivamente consigliato lo stile Navratilova, che al
ruvido Cash per tutta risposta regalò una cravatta: «Pur sapendo che un
selvaggio come te la indossa di rado». Mitica. http://dagospia.excite.it/articolo_index_41668.html
gossip
| inviato da ipse dixit il 2/7/2008 alle 0:17 | |
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