29 maggio 2008
Paganese: Il bilancio della stagione
La stagione 2007/2008 si è rivelata molta sofferta per la Paganese
che è riuscita a raggiungere la salvezza solo attraverso la lotteria dei play out. Per il raggiungimento
dell'obiettivo sono stati decisivi ben due cambi di allenatore (da Cosco a Chiappini
e da quest’ultimo a Miggiano). Analizziamo l'intero percorso e gli ostacoli che gli azzurrostellati
hanno incontrato durante il campionato.
La Paganese è inserita nel Girone A con la Cavese e
molte compagini del nord. L’allenatore prescelto per questa nuova avventura è mister Cosco.
Ma la sua l’avventura non dura molto e, dopo aver ottenuto
solo un punto nelle prime tre gare (Paganese – Sassuolo 1-2, Lecco – Paganese 1-
0 e Paganese – Manfredonia 1-1), l’ex allenatore dell’Isernia si dimette dall’incarico
che la società gli aveva affidato. Al suo posto subentra
Andrea Chiappini il quale, però, non migliora certo la situazione. Anzi nelle sue prime cinque partite
subisce altrettante sconfitte (Monza, Pro Sesto, Cremonese, Padova e Foggia).
La Paganese, si ritrova, dopo otto
giornate, ultima in classifica con solamente un punto. Ma dopo le tenebre
arriva finalmente un po’ di luce con i primi risultati che incominciano ad arrivare; gli azzurro-stellati,
infatti, sfruttando anche tre gare casalinghe, riescono ad ottenere sette punti in quattro
incontri (Paganese – Foligno 2-0,
Novara – Paganese 1-0, Paganese – Legnano 1-0 e Paganese – Ternana 0-0)
togliendosi così dalla scomoda ultima piazza in classifica.
Nelle restanti
cinque giornate, che separano la chiusura del girone di andata, gli uomini di
mister Chiappini riescono a racimolare altri sei punti (Venezia – Paganese 1-0,
Paganese – Pro Patria 0-0, Verona – Paganese 0-0, Paganese – Cavese 1-0 e
Cittadella – Paganese 3-3) chiudendo al terz'ultimo posto. Terminato il girone d’andata,
gli azzurro-stellati affrontano il ritorno con la fatidica speranza di
raggiungere quota 40 punti che significherebbe salvezza senza passare per la lotteria dei play
out. Il giro di boa, però, non inizia certo nel migliore dei modi; la Paganese, che è
ancora a secco di vittorie fuori casa, viene sconfitta a Sassuolo, riuscendo solo sette
giorni dopo a rifarsi battendo nello scontro diretto il Lecco per una rete a
zero. Nella giornata successiva per la squadra di Chiappini c’è la delicata
trasferta di Manfredonia, anch’essa in lotta per non retrocedere. L’esito
finale da ragione ai pugliesi che superano la Paganese per 1-0.
I tifosi azzurro-stellati iniziano a stufarsi del brutto gioco di mister
Chiappini e chiedono ripetutamente alla società di esonerarlo. Trapani, però,
gli conferma la fiducia e si riparte dalla gara interna con il Monza nella quale
però non si va oltre lo 0-0. Dopo questo pareggio gli azzurro-stellati sono
proiettati con la testa a Sesto San Giovanni per affrontare la Pro Sesto che
occupa in classifica la sest’ultima posizione che significherebbe salvezza
senza play out ma, complice una pessima prestazione, la Paganese viene
sconfitta con un secco 3-0. Dopo quest’ennesima sconfitta esterna, la posizione
di Chiappini si complica sempre di più e la sua permanenza sulla panchina
azzurro-stellata è appesa ad un filo. Bisogna, però, pensare alla gara interna
contro la Cremonese di Mondonico, prima in classifica. La società,
intanto, abbassa i prezzi dei tagliandi d'ingresso per far ritornare il proprio pubblico che
quest’anno, eccezion fatta con la Cavese, è venuto a mancare. La Paganese disputa una
gara perfetta, ma il punteggio finale è soltanto di uno a uno con il pareggio dei grigio-rossi
arrivato solo nel finale.
Nelle seguenti due gare, per la Paganese arrivano
altre sconfitte pesanti contro Padova e Foggia e dopo la sconfitta con i rossoneri
Chiappini è esonerato. La società, per le restanti nove
giornate, decide di affidare la squadra a Roberto Miggiano ex conoscenza del
Lecce. Il suo esordio è a Foligno e Miggiano riesce subito a centrare un buon
pareggio. Dopo questo pareggio esterno però arrivano risultati non
soddisfacenti come il pari interno con il Novara (1-1) e la
doppia sconfitta esterna con Legnano (5-0) e Ternana (2-1). La Paganese è
ultima in classifica quando mancano solo cinque giornate al termine della stagione;
gli uomini di mister Miggiano dovranno cercare di ottenere più
punti possibili per acquisire l'accesso ai play out. Si parte dalla gara in
casa contro il Venezia che si conclude con un confortante 3-1 a favore degli azzurro-stellati. Dopo la gara con i lagunari la Paganese affronta prima in trasferta il Pro Patria,
poi al "Torre" l’attesissimo Verona impegnato anch’esso a non retrocedere. Gli
uomini di Miggiano, però, riescono ad ottenere solo due punti e a questo punto per evitare la
retrocessione diretta saranno fondamentali le gare contro Cavese e Cittadella. Grazie
ad un ottimo lavoro svolto in settimana, gli azzurro-stellati riescono a tornare
vincitori a casa nel derby con gli aquilotti aggiudicandosi tre punti d’oro che in
futuro risulteranno decisivi. Nell'ultima giornata gli azzurro-stellati affrontano il
Cittadella in una gara ricchissima di emozioni. La prima frazione di gioco si
conclude col risultato di 0-0 con la Paganese che virtualmente è in C2. Nel
secondo tempo gli undici di mister Miggiano riescono a vincere per 2-1 e di
conseguenza affrontare il Lecco negli spareggi play out. La
gara di andata si svolge a Lecco con la Paganese sconfitta per 1-0 grazie
ad una contestatissima rete arrivata nei minuti finali del match. Il ritorno vede trionfare la
Paganese per 2-0 nell'"inferno" del "Torre" e finalmente si può
festeggiare una salvezza davvero strappata coi capelli.
Ora la palla passa alla società per programmare un campionato che tutti auspicano sia più
tranquillo di questo appena terminato.
Alessandro Mancuso | http://www.paganese.it/public/news.htm
paganese
paganese.it
| inviato da ipse dixit il 29/5/2008 alle 23:32 | |
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29 maggio 2008
Il Punto sul Perugia: Cuccureddu sbaglia tutto e i grifoni sono fuori!
Umbri eliminati dai playoff.Ancona, capolinea! Il Perugia deve scendere dal pullman promozione!
Ebbene sì, è successo l’impensabile, con il Perugia, sceso al “Del
Conero” forte del 3-1 dell’andata, rimontato e battuto incredibilmente
2-0 da un Ancona volenteroso ma non certo trascendentale.
”…
Domenica si va al “Del Conero” e ci sarà sicuramente da soffrire ma se
gli uomini di Cuccureddu ripeteranno la prestazione di domenica scorsa,
senza chiudersi a difesa del buon vantaggio di un gol e mezzo, siamo
sicuri che a sfidare Taranto o Crotone in finale sarà proprio questo
pazzo Perugia”. Avevamo chiuso così il nostro pezzo della settimana
scorsa, consci della forza di questo Perugia ma allo stesso modo
consapevoli del sorpassato credo trapattoniano del suo allenatore che
ad Ancona, purtroppo, ha ancora una volta applicato, diventando il
principale artefice della disfatta perugina. Una squadra quella
biancorossa, timorosa e sempre sulla difensiva, giustamente punita dopo
un quarto d’ora dal gol di Mastronunzio, bravo ad approfittare, come
all’andata, della solita indecisione difensiva dell’incertissimo De
Martis, pupillo dell’allenatore.
E allora via, tutti dietro a
difendere l’1-0 senza che il tecnico adottasse le giuste contromisure
per limitare un Piccoli devastante in mezzo alle linee dopo l’uscita di
Catinali, espulso dal campo insieme al dorico Anaclerio. La difesa
resisteva, comunque, fino al quarto d’ora della ripresa allorquando
Cuccureddu iniziava la serie di cambi assurdi, togliendo nel giro di
dieci minuti dal campo prima Mazzeo, fino ad allora evanescente ma
capace in ogni momento, con la sua estrosità, della giocata vincente, e
poi Anaclerio, fino a quel momento il migliore in campo del Perugia,
facendo ulteriormente indietreggiare il baricentro di una squadra
privata di un attaccante e di un centrocampista offensivo e diventata
zeppa di difensori e centrocampisti. Con oltre metà secondo tempo da
giocare il tecnico era poi costretto alla terza sostituzione per
l’infortunio di Quadri e inspiegabilmente invece di mandare in campo
una punta, Califano o Sy, schierava un altro terzino.
“E se
l’Ancona segna il secondo gol - ci siamo domandati tutti in tribuna
stampa - come possiamo sperare di segnare con il solo Ercolano
abbandonato a se stesso?” E puntuale è arrivato il raddoppio anconetano
su un’altra incertezza difensiva che condannava il Perugia. La squadra
aveva comunque una reazione d’orgoglio negli ultimi dieci minuti
complice l’espulsione del marchigiano Fialdini. Con tanto cuore ma
senza attaccanti di supporto ad Ercolano i grifoni creavano tre, palle
gol, due sventate dal portiere Guarna e una, la più clamorosa al 95°,
alzata ignobilmente alle stelle da De Martis ad un metro dalla linea
bianca. Finiva lì il campionato del Perugia che, grazie
all’atteggiamento catenacciaro e ai cambi scellerati del suo tecnico
butta una finale già saldamente in mano ai grifoni a dieci dal termine
della partita d’andata quando anche allora, sul 3-0, il sig. Cuccureddu
tolse dal campo Anaclerio e l’infortunato Mazzeo senza sostituirli con
attaccanti, finendo per subire quella rete che riportò alla luce le
speranze sepolte del moribondo Ancona.
Adesso all’orizzonte
potrebbe profilarsi addirittura una vendita della società da parte
della famiglia Silvestrini mentre è sicuramente finita ad Ancona
l’avventura perugina del presuntuoso tecnico di Alghero che dopo aver
colpevolmente disertato la sala stampa del “Conero”, invece di venire a
spiegare le sue scelte e riconoscere le sue tante colpe, il giorno dopo
ha pensato bene di attaccare in tv i giornalisti perugini.
Danilo Tedeschini http://www.goal.com/it/Articolo.aspx?ContenutoId=715313
goal.com
perugia
| inviato da ipse dixit il 29/5/2008 alle 23:0 | |
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29 maggio 2008
Mondonico: «Cittadella favorito»
Il tecnico cremonese convinto: «Evitiamo di farli manovrare, sennò ci fanno neri»
di Stefano Tubaldo

CITTADELLA
- Nessuna sorpresa fin qui. Pur con qualche fatica di troppo accusata
nelle gare di qualificazione, non era molto difficile ad inizio play
off stabilire i nomi delle finaliste per la promozione in serie B. A
contendersi l’agognato salto di categoria saranno infatti le due
squadre che, oltre al Sassuolo già promosso, hanno tirato a lungo le
fila nel girone A di C1. Il doppio confronto tra Cittadella e
Cremonese (primo atto in scena domenica al “Tombolato”, ritorno l’8
giugno allo “Zini”) sarà per i granatieri la migliore occasione per
prendersi la rivincita sulla scorsa stagione, quando uno scialbo 0-0
nella città del torrone li escluse dai play off. A differenza dell’11
giugno 2000, storica data della promozione in B raggiunta contro il
Brescello (1-1 dopo 120’, allora in gara unica al Bentegodi di Verona),
il pareggio favorirebbe la truppa grigiorossa, in quanto migliore
classificata (seconda, Citta terzo). L’obbligo, quindi, sarà soltanto
vincere. Dalla sponda lombarda, forse per tattica, vanno con i piedi di piombo. Il tecnico cremonese Emiliano Mondonico (nella foto)
non ha cambiato idea: i veri favoriti sono i granata. «Resto convinto
siano più forti - spiega l'ex allenatore e di Atalanta e Fiorentina -.
Ce la giocheremo contro chi ci ha sempre messi in difficoltà. Lasciar
manovrare il Cittadella è un grande errore: lo abbiamo capito noi in
campionato (0-0 a Cremona, 3-1 sotto le mura, ndr) e anche il Foligno. Cercheremo di provarci regalando nulla, per non dover poi mangiarci le mani». Essere
in finale secondo Mondonico è già un risultato da incorniciare (12 mesi
fa, sotto la guida di Roselli, i grigiorossi si salvarono dai play out
all’ultima giornata). «Vista la nostra partenza è una gioia lottare per
la promozione - conclude -. La concorrenza era molto forte, soprattutto
da Padova. Forse mai come quest’anno la finale rispecchia l’andamento
del campionato. Sarà senz’altro uno splendido confronto». E al
Tombolato tutto fila liscio: dopo la gita sul Grappa, ieri mattina la
squadra si è ritrovata al completo. Sempre da ieri sono inoltre aperte
le prevendite per il match di domenica, nella sede di via Dante :
9,30-13 e 15-19. (ass) http://www.leggo.it/sfoglia.php?data=20080529&pag=12&citta=PADOVA&sez=SPORT&ediz=PADOVA
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29 maggio 2008
Si scrive B, si legge Bomber
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di Il Corriere dello Sport (29-5-2008)
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di Michele Pennetti
TARANTO - Un centro di gravità permanente che ricorda un antico
guerriero rossoblù, Christian Riganò, e che dal momento del suo arrivo
- ultimo giorno del mercato di gennaio - ha trasformato il Taranto in
una gioiosa macchina da guerra. L'impatto di Gianvito Plasmati sulla
stagione rossoblù è stato determinante. Alla squadra di Cari, bella
ma spesso improduttiva nel girone d'andata, brillante nella
costruzione e però avara nella finalizzazione, mancava un centravanti
con le sue caratteristiche: una pertica di roccia, un radar in grado
di catturare ogni pallone aereo, una sponda abile a dialogare con i
compagni ed a favorire i loro inserimenti per la battuta a rete
(emblematico il lavoro compiuto domenica scorsa, contro il Crotone,
prima del 2-0 realizzato da Cutolo).
SETTE RETI - Con Plasmati in campo, è come se il Taranto avesse
cambiato faccia: da effimero è diventato concreto, da stitico si è
tramutato in altamente incisivo fino a guadagnarsi di forza la finale
play off con l'Ancona. Il bomber materano, la cui comproprietà del
cartellino è stata rilevata dal Foggia (l'altra metà è in possesso del
Catania), ha firmato sette gol in quindici partite (semifinali play
off incluse) ma soprattutto, anche nelle domeniche nelle quali non è
parso ispirato, ha fornito un contributo fondamentale nello sviluppo
della manovra offensiva. « L'allenatore mi chiede di fare un certo
tipo di gioco - suole ripetere Plasmati - che peraltro si addice alle
mie peculiarità. E' bello avere sintonia con i colleghi di reparto e
non solo. Questo gruppo ha dimostrato di avere le carte in regola per
tagliare il traguardo della serie B ».
IL PRECEDENTE - Ad Ancona il suo nome fa rima con spauracchio. Nel
match conclusivo della stagione regolare, allo stadio Del Conero, il
fromboliere si procurò il rigore dell'1-1 e segnò, con un destro
sontuoso, la rete del momentaneo vantaggio jonico. Domenica prossima,
invece, a causa dell'assenza di Cutolo, il suo peso e la sua presenza
là davanti, nel cuore della retroguardia marchigiana, risulteranno
ancora più importanti. Cari è indeciso se mettergli alle spalle due
soli trequartisti, rispolverando dal baule l'albero di Natale
(4-3-2-1), oppure riproporre il modulo con le tre mezze punte a ridosso
del corazziere lucano.
Il test in famiglia di oggi pomeriggio svelerà molto. Dopo, Plasmati e
il resto del Taranto si trasferiranno in ritiro a Castellaneta Marina.
di Massimo Boccucci
ANCONA - Lo chiamano ' vipera', rende l'idea. Al Perugia ha lasciato
veleno quanto basta, con un gol al 'Curi' e un altro al 'Del Conero',
arrivando a quota 17 reti senza la benchè minima voglia di fermarsi.
Sasà Mastronunzio proverà a lasciare l'impronta del morso anche contro
il Taranto. « Non faccio promesse, spero di poter dare ancora una
mano. Allo 'Iacovone', però, non dovremo ripetere gli errori commessi
a Perugia nella partita di andata quando siamo entrati in campo troppo
remissivi » , ha ammonito il centravanti martedì sera dagli studi di
“E'Tv” prima di entrare in silenzio stampa con tutta la squadra.
La doppia finale corre lungo la lunga vigilia, pregustando la resa dei
conti. « Sono in finale - ha spiegato Mastronunzio - le due squadre
che hanno meritato di più, noi per l'andamento di tutta la stagione
ed il Taranto per quanto ha fatto dopo un avvio stentato. Sarà una
bella partita » .
I MERITI - L'Ancona pare avere due volti, e comunque l'ultimo viene
ricordato volentieri. « Abbiamo fatto una bella impresa - aggiunge
Mastronunzio - con pieno merito perchè ci abbiamo creduto. E' stato
determinante segnare dopo un quarto d'ora: se non ci fossimo riusciti
nel primo tempo, la rimonta sarebbe stata complicata » .
FIBRILLAZIONI SOCIETARIE Non c'è pace in società. La squadra tenta la
scalata alla B, mentre i dirigenti surriscaldano il clima. Ugo
Colombo ha fatto sapere di aver ceduto gratuitamente le proprie quote
alla 'Terzo Tempo Srl', che detiene l'80% delle azioni. I soci
milanesi si sono incontrati in vista dell'assemblea di domani. C'è
curiosità, non tanto sulle procedure della ricapitalizzazione quanto
per il confronto tra il presidente Sergio Schiavoni ed Enrico Petocchi
amministratore delegato di 'Terzo Tempo', che sono ai ferri corti ormai
da parecchio. Petocchi, presente domenica scorsa al ' Del Conero', ha
auspicato più attenzioni verso la squadra che verso le vicende
societarie, ma il silenzio stampa in vigore da ieri provoca l'effetto
contrario. Petocchi si è soffermato sulla proposta della Fondazione,
giudicandola come una soluzione interessante nel ritenere che in
futuro la società dovrà strutturarsi con un progetto maggiormente
legato al tessuto locale. m.b./infopress | http://www.tarantosupporters.com/homepage.htm
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29 maggio 2008
Taranto - Ancona: «Una finale aperta ma l’Ancona è favorita»
di MICHELE NATALINI
ANCONA Una doppia finale playoff equilibrata, incerta e neppure troppo
bella. L’Ancona partirà sì leggermente favorita, ma il Taranto avrà la
possibilità di sfruttare il “fattore Jacovone”, ovvero la spinta,
notevole, del pubblico rossoblu. Questo, in sintesi, il pensiero dei
quattro allenatori del girone B di serie C1 ai quali abbiamo chiesto di
provare a immaginare l’ultimo atto della stagione. Appassionante, ma di
difficile lettura.
Partiamo da Antonello Cuccureddu che con il suo Perugia è reduce dalla
sfortunata semifinale proprio contro la squadra dorica. L’esordio del
tecnico degli umbri è all’insegna della sportività: «Ancona e Taranto
sono due ottime squadre che hanno meritato di arrivare in finale dice
Credo comunque che assisteremo a due gare poco spettacolari: la posta
in palio è troppo alta. Partono alla pari, anche se la prima partita
sarà fondamentale. Il mio Perugia aveva vinto e anche bene, è vero, poi
però un po’ per demerito, un po’ perché ci è mancato un pizzico di
fortuna, l’Ancona è riuscita a ribaltare il risultato. Come si battono
i marchigiani? conclude Cuccureddu Prestando grande attenzione in tutti
i reparti e tenendo a freno Mastronunzio. Il Taranto dovrà osare di
più. Conteranno molto la testa e la capacità di sopportare il caldo».
Costretto a fare da spettatore alla finale playoff pure Paolo Indiani,
uscito di scena con il suo Crotone al cospetto del Taranto. «La squadra
ionica è molto forte in attacco, ma l’Ancona dalla sua ha il vantaggio
del secondo posto, peraltro subito messo a frutto contro il Perugia.
Per cui assegnerei il 51% di possibilità di promozione agli uomini di
Monaco e il 49% alla formazione di Cari. Come vedo le due finali? Se
l’Ancona lascerà giocare il Taranto saranno dolori: i rossoblu sono
molto abili in fase di possesso palla. L’assenza di Cutolo
(squalificato, ndr) rappresenta un bel vantaggio per i marchigiani:
l’attaccante rossoblu è fondamentale per il gioco di Cari, soprattutto
allo stadio Jacovone».
Maurizio Costantini, reduce dalla salvezza dopo i playout alla guida
della Juve Stabia, vede «un Taranto più fantasioso, dotato di uomini di
classe e imprevedibili, mentre i dorici sono più quadrati e concreti,
sono più squadra. Alla fine, come spesso capita in partite come questa
– conclude Costantini – la differenza la faranno gli episodi e le
giocate dei singoli. Se questa è la finale più giusta? Forse avrebbe
meritato qualcosa in più il Crotone».
Corrado Benedetti, anche lui appena conclusi gli spareggi salvezza con
la Pistoiese, sintetizza: «Vedo leggermente favorita l’Ancona, che ha
concluso il campionato al secondo posto. Ma i biancorossi dovranno
stare molto attenti domenica prossima, cercando di limitare i danni in
uno stadio difficile come lo “Jacovone”. Peccato anche a Monaco manchi
Anaclerio, l’ho avuto con me a Pisa (stagione 2002-03, ndr) e so quanto
avrebbe potuto dare in un simile contesto».
ANCONA Squadra e allenatore: tutti in silenzio. E in ritiro. In casa
Ancona si è già entrati in pieno clima partita in vista della prima
finale promozione di domenica a Taranto. La società biancorossa da ieri
- probabilmente sarà così per l’intero svolgimento dei playoff - ha
“ordinato” allo staff tecnico di cucirsi le bocche allo scopo di fargli
trovare la migliore concentrazione in previsione dei 180 minuti più
importanti della stagione. Mister Monaco e i giocatori dorici
parleranno solo dopo la partita. Stamattina intanto l’Ancona -compresi
gli indisponibili Fialdini e Anaclerio, squalificati- si muoverà alla
volta del ritiro di Fasano, dove i biancorossi alloggeranno nei
prossimi giorni.
RITIRO A FASANO. Stefano Fanucci ha smaltito la febbre e ieri ha potuto
svolgere per intero l’allenamento pomeridiano che l’Ancona ha
effettuato sul prato dello stadio Del Conero. Tutti presenti agli
ordini di mister Monaco, ad eccezione degli infortunati Baldanzeddu
(pubalgia) e Anderson (lo svedese si sta sottoponendo alla fase
riabilitativa dopo l’operazione del mese scorso ai legamenti del
ginocchio sinistro). Non c’era nemmeno l’attaccante De Sousa, al lavoro
in palestra. Oggi e domani pomeriggio allenamento pomeridiano nel
ritiro di Fasano. Sabato mattina la tradizionale seduta di rifinitura.
DI STEFANO IN PANCA. Domenica allo “Jacovone”, potrebbe toccare al
“secondo” Massimo Di Stefano sedersi in panchina accanto a mister
Monaco. L’allenatore dorico infatti nello stadio pugliese, per la prima
finale playoff contro il Taranto, non potrà essere affiancato come di
consueto dal preparatore dei portieri Gilberto Vallesi, il quale è
stato squalificato per un turno dal giudice sportivo.
M. Nat.
di FERDINANDO VICINI
ANCONA Slitta alla prossima settimana il viaggio ad Ancona di Renzo
Magnani che questa mattina alle 9,30 avrebbe dovuto incontrare il
sindaco Fabio Sturani per illustrargli e discutere il progetto relativo
alla Fondazione che il manager milanese sta cercando di promuovere per
acquisire il controllo dell'Ancona Calcio.
Il rinvio è stato motivato da un importante appuntamento che Magnani
stesso ha avuto ieri a Milano. Un incontro con i responsabili di una
grande azienda multinazionale che opera nel settore farmaceutico,
interessata ad entrare nella Fondazione "Progetto Soccer".
Questa mattina Magnani sarà a Roma dove proseguirà i contatti con i
vertici di questa azienda per definire l'ipotesi di adesione della
stessa al suo progetto. Quindi la missione anconetana è solo rimandata
a breve. Magnani ha già in agenda ad Ancona, oltre all'incontro con
Sturani, anche due altri appuntamenti con Giampaoli Giampoli e
Valeriano Balloni. Quest'ultimo è candidato ad assumere la presidenza
della Fondazione, ma anche Giampaoli potrebbe rivestire un ruolo
significativo nell'ambito del progetto.
Ieri Magnani ha avuto nuovi contatti anche con la Terzo Tempo, che ha
già manifestato l'intenzione di appoggiare la Fondazione e di entrarne
attivamente a far parte. Ancora da definire invece il nuovo possibile
coinvolgimento del Centro Sportivo Italiano, al momento ancora in fase
di attesa. Intanto domani è in programma l’attesa assemblea dei soci
che dovrà procedere alla ricapitalizzazione della società già
deliberata dal Consiglio d’amministrazione. Sarà un interessante faccia
a faccia tra Enrico Petocchi e Sergio Schiavoni. http://www.anconacalcio.it/stagione/rassegna.asp
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29 maggio 2008
Arezzo: Per la panchina c'è anche Galderisi
 Giuseppe Galderisi, 45 anni C'è anche Giuseppe Galderisi in corsa per la panchina dell'Arezzo. L'allenatore del Foggia
faceva parte della lista dei cinque papabili consegnata da Mancini al
popolo tifoso a mezzo stampa, ma era passato in seconda fila dopo
l'annuncio del presidente che il nuovo allenatore sarebbe stato uno che
quest'anno si era ben disimpegnato nel girone B della C1. E Galderisi,
invece, ha fatto bene sì, ma nel girone A. Un sondaggio con Nanu
c'è stato e il 45enne ex centravanti di Juve, Milan e Verona non ha
scartato l'ipotesi Arezzo, anzi. E' vero che su di lui ha messo gli
occhi il Rimini, a caccia dell'erede di Acori, ma la
trattativa ultimamente pare essersi arenata e a Galderisi non
dispiacerebbe per niente ricominciare dal ritiro estivo con un club
ambizioso come quello amaranto, dove le aspettative sono alte e gli
stipendi sicuri. Dovrà liberarsi dal Foggia, questo sì. Quando arrivò
per sostituire Campilongo, Galderisi chiese un contratto biennale ma la
società fu irremovibile e lo fece firmare fino al 30 giugno.
La bella rimonta con cui i pugliesi hanno conquistato i play-off, poi
persi con la Cremonese, ha fruttato al tecnico le simpatie del
pubblico, che ne invoca da tempo la conferma. Galderisi però ha più di un dubbio, legato ai molti calciatori che stanno per svincolarsi, alla probabile rivoluzione
nell'organico e al fatto che il Foggia non ha strutture adeguate al
blasone della piazza, tanto che la prima squadra è costretta
quotidianamente a girovagare per la provincia per trovare campi d'allenamento
decenti. Domani, comunque, Galderisi si incontrerà col presidente
Capobianco e il diggì Francavilla, i quali proveranno a convincerlo a
restare. Ma sarà dura. Le piste calde dell'Arezzo, oltre a questa, sono
altre due e conducono a Marco Cari e Francesco Monaco,
finalisti play-off con Taranto e Ancona. Ieri Mancini ha detto che per
qualche giorno non verrà ufficializzato niente e il motivo è chiaro:
con due partite pesanti da giocare, né Cari né Monaco possono
consentirsi il lusso di far uscire notizie riguardanti il loro futuro
personale. Ciò che si sa già è che, a prescindere da chi avrà la
meglio, nessuno dei due resterà dov'è adesso. Nel frattempo, a Lucca,
Piero Braglia è in procinto di incontrarsi col
presidente Hadj. Si arriverà alla separazione, stracciando il contratto
dell'allenatore fino al 2009. Mancini, però, la pista Braglia sembra
averla abbandonata. Idem dicasi per Gustinetti, che invece piacerebbe a Fioretti.
Nonostante l'esonero e la disponibilità del Gus a trattare, a oggi non
c'è stato ancora alcun contatto. Segno che Mancini sta pensando a
qualcun altro. http://www.amarantomagazine.it/arezzocalcio/index.php?option=com_content&task=view&id=909&Itemid=0
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29 maggio 2008
Arezzo: Piange il telefono - Mancini, Mourinho, Cari e...
Scritto da: Cavallinomatto, giovedì 29 maggio 2008 |
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 le telefonate del presidente Un gne se sta più dietro, il cellulare del Pres bolle come na pentola de pomodori. Ecco un estratto dei tabulati telefonici.
Amalaaaa, pazza Inter amalaaaa!
MANCINI - Cazzo, sta suoneria un me garba. L’ho scaricata pere sbaglio,
cliccando sul banner del sito del Magazzino Amaranto, nel mentre che
leggevo l’articolo de quel’Avato li, che scriveva che compro l’Inter.
Un c’ho capito gnente, ma me sa che quello è nerazzurro. Ora sento el
mì Nanni se c’ha qualcosa de meglio, che so, l’inno de la Romania che
così faccio un figurone quando c’ho l’appuntamenti de lavoro… ogiù,
rispondiamo. Chi sarà ora?... pronto? Con chi parlo?
STANKOVIC - Ciao Mancio, finalmente! Ho cambiato il telefono e avevo perso il numero. Fortuna me l’ha ridato Nando Orsi.
M - Ma chi è lei?
S - Sono Dejan.
M - De già che?
S - Dejan Stankovic
M - Sé degià stanco de mattinata? E’ ch’è fatto iersera?
S - No, sono Dejan… sono a Milano.
M - Ah Vittorio, sei de già a Milano? Sto arrivando, so a Parma.
S - Sì, lo so che la vittoria è arrivata a Parma, infatti ti volevo dire che…
M - Come fai a sapere che ero a Parma? O che c’hai il Cipresse?
S - Cos’è il Cipresse, Mancio?
M - El navigatore saltellitario
S - Ah, il Gps! Ti sento strano Mancio stamani. Ti brucia sta storia del presidente che ti ha mandato via?
M - E’ da ora che dico che volevo andare via, ma nessuno me prende in parola.
S - Come no? Dopo la gara di coppa lo dicesti a tutti in conferenza stampa che a fine stagione saresti andato via.
M - Dopo la gara de Coppa? Ah, te dici co la Sansovino? Si , è vero, ma come fanno a arcordasse de gnicosa?
S - Beh, nel calcio la memoria in effetti è corta, non basta vincere,
poi i presidenti coglioni mandano via gli allenatori vincenti.
M - Oh piano co’ le parole. Se ti riferisci al Gus e a Somma…
S – Sì, la somma del discorso è che i presidenti sono ricchi e scemi!
M - Me vù fare incazzare te! Parliamo di Cari che è meglio…
S - No, intendevo che adesso che arriva quel portoghese li, sarà un bel casino. Se pensi che meglio di lui ha fatto Grant.
M - Cari Grant? Ma che sei al cinema? Era il mi attore preferito.
Quando c’ho l’appuntamenti de lavoro, metto sempre el dvd de
“operazione sottoveste”.
S - Senti, ho dato il tuo numero al nuovo mister, ti vorrebbe salutare. Spero non ti spiaccia.
M - Il nuovo mister? Me stupisci sempre te, hai sempre qualcosa in serbo.
S - A proposito di Serbia, ora devo andare Mancio. C’ho l’aereo per Belgrado. Ci sentiamo e, mi raccomando, non prendertela.
M - Ie, se me la danno, la prendo eccome!!
Click
Amalaaaa, pazza Inter amalaaa…
MANCINI - Aaaah, sta soneria del cavolo, ora lo metto silenzioso,
apparte che c’ho anche la vibrazione attiva, m’è servita iersera in
quelappuntamento de lavoro… pronto ma chi è?
MOURINHO - Mancio? I’m Josè, the special one. Vorrei dirti due parole
semplici, coincise, categoriche. Non prendertela se te ne sei andato,
io sono Dio.
MA - Anche io so io, ma te chi saresti? Ah, ho capito, sei el procuratore de Rivas.
MO - Tyson Rivas, ok, ma meglio Ricardo Carvaglio, Drogba.
MA - Anche qua c’è un caldo c’arbaglio, ma unn’è mica tanto bella drogasse. Poi se fa la fine d’Amerini.
MO - Yes, a casa i damerini, infatti sei andato a casa, Mancio. Ora c’è lo Special One.
MA - O digni che piova! Ma chi saresti che unn’ho capito?
MO - Josè, Josè Mourinho.
MA - Ah ho capito, el muratore, quelo de l’impresa che costruisce ale
Carbonaie. Faccia na cosa, telefoni alla Emmebieffe e chieda del
giometra. Gni do el numero, segni. 0575-300..
Click
MANCINI - O che fa m’atacca? Ma chi se crede d’essere questo, Dio? Ora
gni cavo l’appalto. A proposito d’appalti, bisogna che me ricordi de
comprare i fiori, che stasera c’ho una cenetta de lavoro de quelle
giuste. Oh mio, c’avevo da fare quela telefonata de ieri… aspetta,
dunque…335…….Pronto? M’ha dato il su numero Fioretti, lei è il
candidato per la panchina dell’Arezzo, ma non me ricordo come se
chiama.
CARI - Sono Cari.
M - Volevo spendere meno, me scusi…
Click
MANCINI - Che stress, tutti l’anni sempre peggio! Ora archiamo Vittorio ! 329….. pronto Vittorio, so sempre io.
FIORETTI - Come sempre.
M - Sì, un fare el coglione, ce siamo sentiti prima, un t’arcordi de
gnente. Che numero m’avi dato? Un va mica bene quello lì, costa troppo,
ce vorrebbe uno adatto a me, dal “profilo basso”.
F - Ce sarebbe Galderisi.
M - Galderisi? Che tipo è?
F - Nanu…
M - Ah ok, basta la parola, affare fatto! Chiamelo e digni che venga
giù a firmare e se ricordi che la squadra un se smantella, la zoccola
dura se tiene.
F - La zoccola?
M - Scusa, è che so sempre al telefono, tutti l’appuntamenti de lavoro che c’ho d’arcordamme… senti e per Ranocchia ?
F - Stasera so a cena con Corvino.
M - Col vino? Tanto sé poco briaco! Bevi poco che pu ho sentito dire
che ce caveno i punti e dopo tocca arfare el ricorso al Tarre!
F - Senti Piero, sicuro Galderisi? Ci sarebbe uno ad Ancona che calza a
pennello, come il vestito nuovo che ho comprato ieri sera.
M - O Vittorio, arcordete ‘na cosa. L’abito non fa il Monaco. E vedi de
fare qualcosa de bono, vendeme Petro Lopezze che me dissero che veniva
dala cantera del Real Madrid… infatti, è fermo come un canterano! Alò,
te lascio che c’ho da chiamare el Perugia, Erculone m’ha fatto proprio
‘ncazzare. Aspetteme che arivo, se va a mangiare insieme. A proposito,
c’è anche a Milano el localino bono?
Click http://www.amarantomagazine.it/arezzocalcio/index.php?option=com_content&task=view&id=910&Itemid=0
amarantomagazine.it
arezzo
| inviato da ipse dixit il 29/5/2008 alle 20:5 | |
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29 maggio 2008
Allegri sulla panchina del Cagliari
Massimiliano
Allegri, che alla guida del Sassuolo ha conquistato la promozione in
serie B dopo aver vinto il campionato di serie C1 (girone A), è il
nuovo tecnico del Cagliari.
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 Allegri nuovo tecnico del Cagliari |
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Si
apprende dall’Ansa che Massimiliano Allegri è il nuovo allenatore del
Cagliari. Prende il posto di Davide Ballardini. Lo ha ufficialmente
annunciato la società rossoblù. L'accordo, spiega la società in una
nota, è valido sino al 30 giugno 2009.
"Sono
strafelice e ringrazio il Sassuolo che mi ha portato a vincere un
campionato di Serie C1, e il Cagliari che mi dà la possibilità dopo
cinque anni di carriera, di cimentarmi con la serie A". Queste le
prime parole da nuovo allenatore del Cagliari di Allegri, che torna in
rossoblu dopo tredici anni, visto che aveva militato nel club sardo per
tre stagioni da calciatore, dal '94 al '97.
Massimiliano
Allegri, che sulla panchina del Sassuolo ha conquistato la promozione
in serie B dopo aver vinto il campionato di serie C1 (girone A). "E'
un'eventualità alla quale sino ad un anno fa non pensavo minimamente",
spiega Allegri, precisando poi che "non c'è nessun problema
contrattuale: tra Cagliari e Sassuolo esistono ottimi rapporti. Dalla
C1 alla A è un bel salto.Conosco l'ambiente, posso mettere a
disposizione il mio impegno e la volontà di dare il massimo per il
Cagliari".
Allegri arriva dopo Ballardini, che aveva saputo conquistare i tifosi ottenendo una salvezza insperata. "Per me è un vantaggio - assicura il neotecnico al sito del club -. Parto
dal lavoro eccezionale che un allenatore ha saputo fare in sei mesi. Ho
per le mani un gruppo preparato che ha voglia di lavorare. Se sono
pronto per la serie A? Ho avuto la fortuna di stare tre mesi a Udine
con Galeone, un po' di esperienza in tanti anni di carriera credo di
averla maturata. Certo, come primo responsabile sarà tutto diverso, ma
non ho paura. Non bisogna mai avere paura".
Redazioneweb - www.calciopress.net http://www.calciopress.net/news/125/ARTICLE/4795/2008-05-29.html
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29 maggio 2008
Coppa Italia Tim, torna la C
La
Coppa Italia cambia look. Ammesse 78 squadre. Oltre le 42 di serie A e
serie B, anche la serie C con 27 partecipanti (18 di C1 e 9 di C2). Per
la prima volta entra nel lotto il torneo Interregionale con 9 club.
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 Coppa Italia Tim, cambia tutto |
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Un
torneo opaco e poco seguito. Alla resa dei conti, una manifestazione di
spessore solo per la squadra che se la aggiudica e una mezza rogna per
tutte le altre. Una competizione con poco appeal, anche per via di una formula noiosa e assai poco stimolante.
Stiamo
parlando della Coppa Italia, naturalmente, un torneo che ha sempre
avuto poco fascino. Ma, a cominciare dalla prossima edizione, le cose
cambiano davvero. Qualcuno ha parlato di Coppa Italia in salsa
francese, per una qualche similitudine con la manifestazione d’oltralpe.
La Coppa Italia torna ad essere di tutti. Dalla A alla D. La Lega
ha infatti deciso, era ora, di rivoluzionarne il format. La
manifestazione avrà inizio il 9 agosto e si concluderà il 13 maggio
2009. La finale sarà disputata a Roma. La gara di Supercoppa si
giocherà il 24 agosto, probabilmente negli Stati Uniti (al Giants
Stadium di New York).
Vi
prenderanno parte, in totale, 78 squadre. Oltre alle 20 di serie A e
alle 22 di serie B, da segnalare il ritorno della serie C con 27
squadre ammesse (18 di C1 e 9 di C2). Per la prima volta entra a far
parte del lotto delle contendenti anche il campionato Interregionale,
con 9 club.
Le
12 di A che non disputano le coppe europee entreranno a partire dal
terzo turno (a fine agosto), mentre le grandi saranno di scena dagli
ottavi. Si giocherà sempre in casa di chi è nuovo entrato, per il resto
si procederà al sorteggio del campo.
Sono
state stabilite più date per alcune fasi del torneo, in modo da
concordarle con le tv. Si tratterà di partite secche, con esclusione
delle semifinali. Chi vince va avanti. La finale sarà di nuovo unica e
sarà giocata il 13 maggio a Roma, come già detto, alla presenza del
Capo dello Stato.
La
grande novità è rappresentata, dunque, dal ritorno delle squadre di
serie C1, serie C2 e serie D. E’ stato così ricomposto lo strappo della
scorsa stagione. Il presidente della Lega, Antonio Matarrese, ha reso
noto di aver già comunicato la nuova formula ai presidenti della Figc
(Abete), della Lega di C (Macalli) e della Lega dilettanti (Tavecchio).
Serena Caluri - www.calciopress.net http://www.calciopress.net/news/125/ARTICLE/4794/2008-05-29.html
calciopress
c1
| inviato da ipse dixit il 29/5/2008 alle 19:29 | |
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