29 giugno 2010
Crisi in Lega Pro

Comincia il terremoto in Lega Pro. E l’impressione è
che stavolta avrà conseguenze pesanti, considerando la situazione
economica difficilissima di molte squadre. Non uno tsunami
(almeno si spera), ma qualcosa che potrebbe anche avvicinarglisi. E di
molto. Il 25 è cominciato l’iter ufficiale verso le iscrizione alla
stagione 2010-11 e l’ottenimento delle "licenze nazionali".
Tra ritardi e documentazioni consegnate in extremis, alla Lega Pro sono
arrivate gli incartamenti delle squadre relative alle liberatorie
(autenticate dal notaio) dei propri tesserati (pagamento degli stipendi
fino al 30 aprile 2010), propedeutiche per l’iscrizione. Da
lunedì cominceranno le verifiche della loro validità, ma quel che è
certo è che ci sono alcune squadre che non sono riuscite a presentare la
documentazione: Potenza, Gallipoli, Mantova, Manfredonia, Pro
Vercelli, Scafatese, Olbia e Arezzo. Alcune di queste
(Gallipoli, Mantova e Potenza) non sanno neanche se avranno un futuro.
Un futuro non ce l’ha di sicuro il Perugia, già
fallito.
STEP — Adesso, il prossimo passo è l’iscrizione
al campionato con tutti i relativi adempimenti (copia del
bilancio al 30 giugno 2009 e della relazione semestrale al 31 dicembre
2009, gli F24 relativi al pagamento di Irpef, Enpals e Fondo Fine
Carriera ad aprile 2010 e il pagamento dei tributi come Ires, Iva e
Irap). Lo scoglio più duro, però, per molte società saranno le garanzie
bancarie, con la necessità di presentare una fidejussione di 400
mila euro per i club di Prima Divisione e di 200.000 per
quelli di Seconda. Poi l’intero carteggio verrà certificato e trasmesso
dalla Lega alla Covisoc, che entro il 7 luglio
darà parere positivo o meno sull’iscrizione. I club esclusi poi, entro
il 10 luglio potranno presentare ricorso contro il
parere negativo. Ed entro questa data hanno la possibilità di integrare
le varie documentazioni, comprese le liberatorie non ottenute entro ieri
sera. È chiaro che tutto questo percorso porta a delle penalizzazioni,
che possono andare da un minimo di un punto ad un massimo di
sei (da scontare nel prossimo campionato) a seconda dei ritardi
e dell’entità delle mancanze.
I CLUB A RISCHIO — In giro per lo Stivale, però, ci
sono anche tante squadre che sono riuscite a presentare le liberatorie,
ma la cui sopravvivenza tra i professionisti è a rischio per motivi
diversi: dalla Salernitana (alle prese con il parametro
tra ricavi e indebitamento) al Rimini, dove la Cocif
(la cooperativa proprietaria) non vuole andare più avanti. Si cercano
acquirenti anche a San Marino e Olbia, mentre le
situazioni di Cavese e Foggia sono davvero al limite.
Ma non se la vedono benissimo neanche Legnano, Canavese, Itala
San Marco e Villacidrese.
RIPESCAGGI — In questa situazione, è facile pensare al
terremoto. Ma per chi vorrà fare domanda di ripescaggio,
le cifre da presentare lievitano, quasi triplicandosi. Con le nuove
norme federali, essere ripescati in Prima Divisione costa circa
ulteriori 800 mila euro (50% per la domanda, 50% per il
fondo perduto a favore della Figc per lo sviluppo dei vivai), in
Seconda 400 mila (sempre con la formula fifty fifty). I criteri? La
classifica dell’ultimo campionato avrà un peso specifico del 50%, poi la
tradizione sportiva della città e il numero medio di spettatori degli
ultimi cinque anni, entrambi con il 25%. Ma l’impressione è che
ci si fermerà prima. Proprio alle garanzie bancarie. fonte: gazzetta.it
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