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Cesare Di
Cintio, manager bergamasco
È quasi giunta l’ora della verità per le società agonizzanti. Vita o
morte dipenderà come al solito dal “dio” denaro. Quello che però osservo
è solo una corsa al buio (e senza criterio) da parte delle società in
difficoltà economica che ogni giorno vanno alla ricerca di qualcuno che
possa coltivare qualche speranza di sopravvivenza che, regolarmente,
svanisce di fronte alla cruda realtà.
Alcuni imprenditori hanno cercato, nei mesi scorsi, di avvicinarsi al
mondo del calcio e, subito dopo, hanno cambiato idea per aver assistito,
solo per un momento, alla follia che governa questo ambiente.
Non mi stupisce che le società che abbiano deciso di cedere i pacchetti
azionari di maggioranza fatichino a trovare degli acquirenti, dato che
il “prodotto” del quale richiedono il pagamento è “merce” senza valore.
L'incertezza regna sovrana.
La Lega Pro sta per subire un vero e proprio
terremoto, poiché la settimana scorsa è cominciato l'iter che dovrebbe
portare le società a regolarizzare l'iscrizione ai campionati di
pertinenza. Purtroppo, non tutte riusciranno nel loro intento.
Ed infatti venerdì 25.06.2010 scorso sarebbero dovuti giungere in Lega
gli incartamenti relativi alle liberatorie (autenticate dal notaio)
riguardanti l'avvenuto pagamento degli stipendi dei dipendenti fino al
30.04.2010.
Da lunedì 27.06.2010, invece, inizieranno tutte le verifiche dei
documenti prodotti, tuttavia, già giungono segnali negativi da parte di
quelle società che non sono state in grado di provare l'avvenuto
adempimento degli obblighi economici verso i dipendenti: mi riferisco a
Potenza, Legnano, Gallipoli, Mantova, Manfredonia, Pro Vercelli,
Scafatese, Olbia e Arezzo
. Per queste sopra niente “liberatorie”.
Al momento suddette società sarebbero fuori dai campionati di
appartenenza ma, per loro fortuna,
esiste ancora possibilità di
potersi salvare in extremis ma è chiaro che, a questo punto,
l'improvvisazione non è consentita. Ma andiamo per ordine.
Le prossime scadenze saranno rappresentate dall'iscrizione al
campionato di competenza per la quale ogni società di Prima Divisione
dovrà presentare una fidejussione da 400mila euro, mentre, per quelle di
Seconda, la garanzia richiesta ammonta a 200 mila euro cui dovranno
esser allegati copia del bilancio sino al 30.06.2009, della semestrale
sino 31.12.2009, degli F24 relativi al pagamento di Irpef, Enpals, del
Fondo di Fine Carriera (sino ad aprile 2010) oltre alla prova
dell'avvenuto pagamento di Ires, Iva e Irap.
Tutto dovrà esser inviato a Firenze alla Lega Professionisti che
provvederà a trasmettere quanto ricevuto alla Covisoc che, entro il 7
luglio, emetterà i verdetti relativi alla iscrizione o meno ai
campionati.
I clubs esclusi, anche in questo caso, potranno presentare ricorso
contro la decisione dell'organo di controllo finanziario ma è evidente
che dovranno farlo nei termini e modi stabiliti dalle norme federali.
Ricordo, inoltre, che, sempre
entro la data del 7 luglio,
sarà possibile per le società integrare la documentazione e provvedere
anche a regolarizzare le “liberatorie” non ottenute per lo scorso
25.05.2010 salvando così di fatto l'iscrizione ai campionati che,
tuttavia, inizieranno con l'assegnazione di punti di penalizzazione da
un minimo di uno ad un massimo di 6 (da scontare nel prossimo campionato
ovviamente). I problemi, tuttavia, non sono finiti, anzi.
Guai in vista anche per altre società che, nonostante
la presentazione delle “liberatorie”, sono comunque a rischio
sopravvivenza.
Mi riferisco a realtà che vivono nell'incertezza per motivi differenti:
la Salernitana alle prese con i noti problemi finanziari, il Rimini
alla perenne ricerca di un acquirente “meritevole” dopo che la Cocif (
la società cooperativa che detiene la maggioranza delle quote del club)
ha dichiarato di volersi ritirare dal calcio, San Marino e Olbia in
cerca di nuovi proprietari, Cavese e Foggia in stato di agonia oltre ai
casi di sofferenza di Canavese, Itala San Marco, Catanzaro e
Villacidrese.
La situazione di difficoltà delle società citate favorirà ovviamente
tutte le interessate ai ripescaggi che, con le nuove norme, andranno in
contro a pesanti esborsi di denaro come già illustrato nel mio
editoriale del 14.06.2010.
È chiaro che la drammaticità della situazione attuale è conseguenza
delle scelte di coloro che hanno amministrato le società di calcio e non
accetto che si possa addossare ogni responsabilità alla “crisi
economica” che, a parere mio, è argomento che non vale a giustificare
alcuni casi di
mala gestio.
Chi parla di crisi dovrebbe argomentare perché vi sono società come
AlbinoLeffe, Atalanta, Monza, Portogruaro e Cittadella che non sono
state sfiorate in alcun modo dal rischio di tracollo economico.
Eppure la crisi è esistita, ed esiste, anche per
queste ultime.
La spiegazione è semplice e risiede nel fatto che nei casi citati vi
sono stati dirigenti lungimiranti e preparati che, nelle difficoltà del
mercato, hanno posto in esser strategie aziendali per reagire al momento
difficile ponendo attenzione alla gestione societaria finalizzata a
patrimonializzare l'ente sportivo.
Sulle patrimonializzazioni e su come creare “valore” per le società di
calcio, tuttavia, parleremo in un prossimo futuro.
Cesare Di
Cintio: Nato a Bergamo il 1 luglio '72, vive e
lavora tra Bergamo e Milano. Svolge la professione legale, specialista
in risanamenti aziendali. Iscritto all'Ordine degli Avvocati di Bergamo
da luglio 2002. Manager Sportivo.
fonte: tuttolegapro.com