26 maggio 2009
Riflessioni sul tifo moderno ... - forzanovara.net

di Massimo Barbero
L’assurda
“contestazione” a Paolo Maldini è lo specchio di una situazione ormai
diffusa nel microcosmo del calcio italiano. Col passare degli anni si
sta accentuando sempre più il distacco tra il modo di pensare/tifare
degli “ultras” e quello della gente comune che popola gli altri settori
dello stadio.
70
mila persone si erano date appuntamento a San Siro in un’afosa domenica
di maggio, per una gara quasi inutile, soltanto per salutarlo, per
acclamarlo ancora una volta. Per tutti i milanisti è un simbolo, una
bandiera; per i tifosi delle altre squadre è, comunque, un
campionissimo, un esempio di lealtà e correttezza. Basterebbe meno
della metà dei suoi 25 campionati in rossonero, delle sue cinque
“Champions” per ritenere doveroso un applauso scrosciante collettivo,
al momento di lasciare il campo per sempre, da parte della sua gente.
Ed
invece gli ultras hanno ritenuto che tutto questo non fosse
sufficiente. Non avevano dimenticato antichi sgarbi, qualche frase, un
innegabile freddezza... “Colpe” tanto grandi da cancellare (o comunque
offuscare) 25 anni di ininterrotta dedizione alla causa. Meglio un
pincopallino qualsiasi che corre verso la curva ad ogni gol che saluta
sempre prima di uscire, che ringrazia i tifosi più caldi nelle
interviste… Non dico sia giusto o sbagliato
questo modo di ragionare… penso solo che il distacco tra il modo di
vivere il calcio degli ultras e quello dei tifosi degli altri settori
(e ancor più degli sportivi) si sta sempre più ingrandendo…
Tornando
al nostro “mondo”, la contestazione a Maldini, mi ha ricordato quella
“novarese” a Rubino di due settimane fa. Il giocatore che ha segnato di
più in maglia azzurra negli ultimi 30 anni, il bomber in questi due
anni ci ha tenuto a galla con i suoi 27 gol… non ha mai avuto un coro
dalla curva negli ultimi due campionati… Colpa di antichi rancori, di
qualche errore, di qualche malinteso, della famigerata “intervista” del
dopo Spal… Come se esprimere un opinione diversa non fosse anch’essa
una forma di rispetto per chi ci ascolta… Certo, Raffaele non vanta la
fedeltà alla causa dei membri della famiglia Maldini… ma è certamente
più facile rimanere legati per sempre ad una delle squadre più forti
del mondo (che paga anche bene) che ad una formazione di C2 (o di bassa
C1) quando ci sono offerte di categoria superiore. E dal punto di vista
tecnico per noi, in questi anni, è stato decisivo almeno quanto il
Maldini dei giorni migliori…
Rientrando
sul discorso principale… quand’ero bambino, mi sono appassionato al
calcio (ed all’hockey) anche grazie all’entusiasmo che trasmettevano i
cori della curva… Tornavo a casa e ripetevo all’infinito quelle
acclamazioni ai miei colori, ai miei campioni… E se anche campioni non
lo erano, nel mio immaginario lo diventavano di fronte a quel sostegno
collettivo… Sognavo il momento in cui quella magia si sarebbe ripetuta…
Talvolta capitava che anche il resto del pubblico venisse trascinato
dai cori… Ora
accade sempre più di rado. E francamente vedo sempre meno bambini
“rapiti” dallo spettacolo di tifo. Perché sono aumentati a dismisura i
cori “contro”. Perché si è persa un po’ quell’atmosfera di festa che
accompagnava, comunque, le prestazioni della nostra squadra del
cuore... Se si trova il modo di contestare un Maldini al passo d’addio…
chissà quanti difetti avrà un medio giocatore di Lega Pro, giocoforza
“mercenario”… C’è sempre più rabbia, disillusione, malcontento…. E non
ditemi che è colpa della violenza. Nel novantanove per cento dei casi,
gli stadi di Lega Pro sono più che sicuri. Ma anche sempre più vuoti,
con gli “ultras” sempre più soli a difendere le loro posizioni... E con
il resto della gente che magari disapprova sommessamente, ma che non
propone una maniera alternativa di tifare… E se siamo sempre di meno
non è soltanto colpa dei tornelli, degli osservatori e dei divieti…
fonte: forzanovara.net
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