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21 gennaio 2009
Calciomercato - I Div.B: tutte le trattative
Colpo del Taranto: in Puglia arriva il brasiliano Lima dal Brescia. Scambio Perugia-Foggia: in Umbria Del Core, in rossonero D'Andrea. Foligno: fatta per Zacchei
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31 maggio 2008
L'Avellino in vendita su E-bay... ma è tutto uno scherzo
 L’Avellino finisce su E-bay, il famoso sito per le aste. Sul web è apparso l’annuncio della vendita del sodalizio biancoverde, notizia riportata anche nel corso della trasmissione Rai 'Dribbling'. Di sicuro qualche tifoso dopo il boccone amaro digerito domenica scorsa al termine della gara con il Bari, ha voluto ironizzare. Ma il messaggio, nel suo sarcasmo, detta parametri che potrebbero quantomeno dare una vaga idea della realtà: 50 offerte ed una cifra che supera i 350mila euro. Fin qui tutto regolare. Ma se si leggono i numeri di telefono - a cui per maggiori informazioni gli acquirenti dovranno rivolgersi - appare il primo segnale di sorpresa: la linea diretta, infatti, è quella con il sindaco Giuseppe Galasso. Sarebbe il primo cittadino, dunque, la persona con cui dovrebbero essere intavolate le trattative. Qualcosa di vero c'è: il sodalizio di Contrada Archi è stato messo in vendita, ma è pur vero che non è mai stato consegnato nelle mani del sindaco. Non è questo, tra l'altro, il primo episodio che vede coinvolto il mondo del calcio. Episodio simile era già accaduto non troppo tempo fa con il portiere del Milan Nelson Dida, messo all’asta sulle stesse pagine. Chissà che qualcuno leggendola non decida davvero di farsi avanti ed acquistare la squadra. Ovviamente trattando con il vero proprietario: Massimo Pugliese
(sabato 31 maggio 2008 alle 18.01) http://www.irpinianews.it/UsAvellino/news/?news=31906
Calori: "Sarò ingenuo ma penso che nessuno si sia tirato indietro"
Si scende in campo al Partenio per gli ultimi 90’ minuti di quella che può essere considerata la peggiore stagione dei lupi in cadetteria. Una squadra retrocessa senza lottare, che ha tirato i remi in barca proprio nel momento cruciale del torneo. In casa dei lupi arriva il Brescia, a caccia del miglior piazzamento play- off. Una gara proibitiva in cui si dovrà provare comunque a vincere per salvare la faccia e conservare la quartultima posizione che in caso di eventuali 'terremoti' potrebbe riservare sorprese. “Proveremo ad onorare il campionato anche se sarà difficile perché avremo tanti indisponibili - afferma il tecnico dei biancoverdi Alessandro Calori -. Ma abbiamo quantomeno l’obbligo di chiudere con una buona prestazione. Indubbiamente c’è rammarico per non aver potuto fare quello che era nelle possibilità del gruppo nelle quarantadue partite che il campionato ci ha messo a disposizione”. L’allenatore aretino continua: “In questo momento l’aria non è delle migliori, visto che c’è un gruppo che professionalmente ha sbagliato l’intera annata”. I quattro risultati utili consecutivi arrivati al suo arrivo sulla panchina irpina hanno forse mascherato i problemi all’interno di una squadra, che si è ritrovata divisa in tanti piccoli nuclei: “I risultati quando arrivano subito, tendono a coprire i difetti, le paure di una squadra. Dopo Ravenna si era riacceso un lumicino importante, poi c’è stata la caduta verticale con il Grosseto che ha creato scompiglio nella mente dei ragazzi”. Sui toni di accusa della piazza nei confronti della squadra, sui mugugni della tifoseria che ha accusato i calciatori di scarso impegno è chiaro: “Ne sento dire veramente tante in giro, un allenatore dal canto suo deve avere la mente sgombra. In questa ultima fase è salito sul banco degli imputati Sestu, ma c’è da dire che è un ragazzo che ha speso molto ed ha fatto tanto nel girone di andata. Quando le cose non vanno bene alla fine si cerca sempre un capro espiatorio”. Gli scossoni all’interno dello staff dirigenziale, l’addio del D.G. Lucchesi hanno pesato non poco sul rendimento della squadra: “Sono fattori importanti, perché all’interno di una rosa di una società c’è bisogno di una figura che rappresenti un punto di riferimento. Quando succedono queste cose, spesso alcuni giocatori sono portati a non avere più certezze”. Qualcuno ha smesso di lottare prima del dovuto: “Io dentro le persone non ci sono, non riesco a vedere. Sarò ingenuo, ma non credo che i miei ragazzi abbiano fatto questo, anche perché è una macchia che ti porti per tutta la carriera”. L’Avellino di quest’anno poteva sicuramente salvarsi: “Di questo ne sono convinto, perché presi singolarmente i valori tecnici sono tanti. Non penso che sia un gruppo talmente scarso da non poter riuscire nell’impresa. Io mi sono trovato in una situazione difficile dove in poco tempo non si potevano fare miracoli. Ho provato, senza inventarmi nulla, a raggiungere l’impresa. E’ mancata la continuità. Se ci fosse stata ci saremmo salvati con 50 punti”. Sulla sua esperienza all’ombra del Partenio: “Professionalmente mi ha lasciato qualcosa di molto importante. Sono venuto in una città dove c’è una passione ed un attaccamento alla maglia viscerale. Per fare cose importanti ci vuole un’organizzazione. Io ho giocato nell’Udinese dove nel corso degli anni si è costruito qualcosa di buono. Voglio comunque chiarire che non mi tiro indietro, mi sento partecipe di questo risultato”. Un pensiero per la città: “Questa è una piazza che merita sicuramente palcoscenici importanti. C’è un passato, ci vogliono uomini di qualità per portare questa squadra nuovamente ad alti livelli. L’Avellino non può restare nell’anonimato. Adesso, c’è quest’ultima sfida, onoriamola e poi pensiamo al futuro. Ringrazio il presidente Pugliese che mi ha dato una possibilità importante”. (di Sabino Giannattasio)
(sabato 31 maggio 2008 alle 16.12) http://www.irpinianews.it/UsAvellino/news/?news=31902
L’addio di Di Cecco: “Me ne vado con la coscienza a posto”
A poco meno di 48 ore dall’ultimo atto dei lupi in questa serie B, Mimmo Di Cecco, uomo sincero prima che ottimo centrocampista, parla a cuore aperto di questa sua esperienza con la maglia dell’Avellino. “Sono quattro giorni che sto male – confessa il centrocampista – le lacrime di Bari sono solo una piccola parte rispetto al dolore che provo dentro per questa retrocessione. Io questa serie B l’avevo conquistata sul campo e posso capire la delusione dell’intera città, alla quale non posso che continuare a chiedere scusa”. Di Cecco, pur non cercando alibi, non vede nello spogliatoio il motivo alla base di questo fallimento: “Lo spogliatoio è sempre stato unito, nessuno si è mai tirato indietro. Il nostro limite era da ricercare a livello mentale. Dopotutto, viviamo con una pressione psicologica sin da giugno non indifferente. Siamo arrivati qui che non sapevamo chi fosse il nostro mister, poi con il passare dei mesi abbiamo assistito ad una serie di cambi, di acquisti e di cessioni che nel complesso non ci hanno mai fatto scendere in campo con la mente sgombra e questo ci ha condizionato non poco”. Con estrema eleganza il centrocampista dribbla ogni polemica ma dice la sua sulla gestione degli uomini: “Penso che gente che è andata via a gennaio come Bracaletti e Baldanzeddu ci abbiano comunque dato una grossa mano. I nuovi arrivati sono tutti ottimi ragazzi e non gli si può imputare nulla. Inoltre, credo che l’addio di Lucchesi abbia in qualche modo condizionato qualche giocatore facendo venir meno la fiducia necessaria per affrontare la cadetteria”. Una delusione cocente quella della retrocessione, che Mimmo si porterà dietro per tutto il resto della sua carriera: “A nessun giocatore piace scendere di una categoria, soprattutto se la promozione te la sei conquistata sul campo. E’ una macchia sul curriculum e una sconfitta personale, per questo penso che tutti i calciatori abbiano lottato per rimanere in B. Per quel che mi riguarda so di aver dato il massimo in ogni partita, su ogni singolo pallone che ho giocato”. Se l’Avellino fosse rimasto nella seconda serie nazionale sarebbe stato molto probabile che lo stesso Di Cecco avesse continuato a vestire la casacca biancoverde. Ora, dopo l’ennesimo ascensore, pare molto difficile che il centrocampista resti ancora all’ombra del Partenio. “Avevo già parlato con i Pugliese – ha spiegato Di Cecco – manifestando la mia volontà di rimanere con l’Avellino in serie B. Ora, sinceramente, mi sembra difficile una mia permanenza qui. Tornerò al Chievo e cercherò di giocarmi tutte le mie carte con la formazione biancoblù, poi si vedrà. Quel che è certo è che lascio Avellino con il cuore pieno di tristezza, rammaricato poichè io credevo in questa salvezza con tutto me stesso. Ma allo stesso tempo posso dire di lasciare la squadra con la coscienza a posto, essendomi impegnato al 100 per cento in ogni partita”. “Davvero non riesco a spiegarmi questa retrocessione – gli fa eco Andrea Mengoni, il difensore centrale che tanto bene ha fatto nel girone d’andata – avevamo tutte le qualità tecniche per salvarci in questo campionato. Non so cosa sia venuto a mancare – ha continuato – però posso dire che a gennaio giocavamo bene e anche quando perdevamo tornavo nello spogliatoio col sorriso perchè sapevo che la mia squadra aveva espresso un buon calcio. Poi non è stato più così”. Le speranze di riaffacciarsi alla B ora passano tutte per le camere di giustizia. Una flebile speranza quella dei lupi, ma Di Cecco e Mengoni sono uniti nel monito: “Contro il Brescia bisogna vincere per non perdere il quart’ultimo posto e, soprattutto, per mostare l’orgoglio che ancora abbiamo dentro, nel rispetto di questa maglia”.
(venerdì 30 maggio 2008 alle 18.14) http://www.irpinianews.it/UsAvellino/news/?news=31876
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