Serie C1 Rassegna Web Prima Divisione Lega Pro
- 26/2/2009 - Il Presidente Cestaro: lettera aperta ai tifosi padovani - padovacalcio.it
- 27/1/2009 - Calciomercato, Perugia: fiducia a Sarri, ultimatum alla squadra, Cesena, Regini ceduto alla Sampdoria, Benevento, colpo Falanga, Sorrento, Simonelli: "Nuovi acquisti? No, grazie", Padova, Cestaro: "Tre nomi per l'attacco"
| | |
|
|
27 gennaio 2009
Calciomercato, Perugia: fiducia a Sarri, ultimatum alla squadra, Cesena, Regini ceduto alla Sampdoria, Benevento, colpo Falanga, Sorrento, Simonelli: "Nuovi acquisti? No, grazie", Padova, Cestaro: "Tre nomi per l'attacco"
TMW A CALDO - Padova, Cestaro: "Tre nomi per l'attacco"
|
|
31 maggio 2008
Cavese: Cambia la facciata del Simonetta Lamberti
Cambia la facciata del Simonetta Lamberti
di Fabio Apicella
Stamane,
alle ore 12, sono state scoperte i due pannelli in onore di Simonetta
Lamberti dinanzi allo stadio. All'incontro hanno partecipato numerose
autorità cittadine tra cui il primo cittadino Gravagnuolo, Monsignor
Soricelli ed il delegato allo sport Pasquale Scarlino. Presente anche
il giudice Lamberti con la moglie. A realizzare la stele commemorativa
sono stati gli artisti calabresi Antonello ed Ermonde Leone. Dopo aver
"liberato" le opere il sindaco ha dato l'opportunità di poter ammirare
gli ultimi lavori effettuati all'interno dello stadio stimabili in una bella rinfrescata alla tribuna.....
P.S.
permettetemi un appunto, essendo l'opere fatta di ceramica mi sono
chiesto: ma tra tante industrie e botteghe artigiane di ceramica che
pullulano nel nostro territorio c'era realmente il bisogno di
richiederle fuori regione. Ovviamente non offendendo i due artisti
autori di un opera molto bella che sicuramente verrà apprezzatta da
tutta la città.
Di seguito le foto dell'opera.



Il calciomercato aquilotto
di Fabio Apicella
Scelto
l'allenatore ora bisognerà allestire la compagine che disputerà il
prossimo campionato. Il D.S. Dionisio sembra avere le idee chiare su
quelli che saranno i movimenti di mercato per rinforzare e, di
conseguenza, sfoltire l'attuale rosa. La prima questione da affrontare
è quella riguardante il portiere. Al momento sono poche le possibilità
di rivedere il cavese Criscuolo come portiere titolare per la prossima
stagione. La società è alla ricerca di un portiere più giovane e che
dia ampie garanzie sotto il profilo atletico. Ovviamente tutto può
essere messo in discussione
se il buon Vincenzo accetti di rigiocarsi il posto con l'eventuale
nuovo arrivo. In difesa sembrano certe le riconferme di Nocerino,
Cipriani, Farina, Geraldi, Cipriani e Pierotti. A loro si andrà ad
aggiungere il ritorno del giovane Andreozzi, reduce da due buone
stagioni disputate con l'Aversa Normanna. Dopo le buone prestazioni nel
campionato appena concluso è da ritenersi difensore anche Frezza. Andrà
via Panarelli, in scadenza di contratto, dopo una stagione abbastanza
travagliata. A centrocampo Dionisio è alla ricerca di un regista di
categoria che sappia dettare i tempi ed a cui verranno affiancati
Alfano, Favasuli e Scartozzi. Promosso in prima squadra il promettente
Siano. In bilico la posizione di Vincenzo Riccio, legato da un altro
anno di contratto. Sicuro partente Catalano. Lascerà Cava anche Pietro
De Giorgo destinato a giocare in serie B. Le destinazioni più probabili
sembrano essere Ascoli, Bari e Salerno. In attacco sicuri di
una riconferma Tarantino ed Aquino. Per Sorrentino si dovrà aspettare
un pò di tempo per capire le strategie di mercato del Perugia anche se
il calciatore ha
un ingaggio abbastanza elevato e per rimanere dovrà, inevitabilmente,
essere disposto ad un piccolo sacrificio economico decurtandosi una
parte dell'attuale stipendio. Incassati gli acquisti dell'esterno
Bernardo e della scommessa Mallardo, il reparto offensivo verrà
rinforzato con l'ingaggio di una punta centrale già bloccata dalla
società ma di cui non si conosce ancora il nome. Andrà via l'albanese
Shiba, probabilmente in C2, che ha bisogno di fare esperienza. Per
quanto riguarda Giampaolo, anch'egli con il contratto in scadenza nel
2009, si valuterà in comune accordo con mister Camplone e con il
calciatore stesso per capire se il talentuoso attaccante ha ancora
voglia di mettersi in discussione.
Vincenzo Cestaro torna alla Cavese
di Vincenzo Paliotto
La Cavese
nell’ambito del progetto del rinnovo dello staff tecnico da mettere a
disposizione del nuovo allenatore Andrea Camplone si affida nuovamente
nel ruolo di preparatore atletico a Vincenzo Cestaro, già in forza alla
squadra metelliana per ben tre stagioni dal 2004 al 2007. Al 38enne
preparatore atletico di origini napoletane la società metelliana ha
proposto un contratto biennale. Reduce dall’esperienza non proprio
fortunata in quel di Foggia, in cui era stato accompagnato anche dal
preparatore dei portieri Cotugno, Cestaro ha accettato con entusiasmo
il suo ritorno alla Cavese, convinto da una società che ha apprezzato
l’ottimo lavoro svolto in passato. Oltretutto lavorerà al fianco di
Camplone adotta il modulo del 4-3-3, che lo stesso Cestaro conosce in
maniera approfondita.
Cestaro
in pratica ha speso fino ad ora la sua carriera alla corte di mister
Salvatore Campilongo, che lo aveva scoperto e lanciato nella stagione
del 2003/2004 in Serie D con l’Ariano Irpino di Ottavio Cutillo.
Quindi, il suo approdo a Cava de’ Tirreni, dove in tre anni Cestaro e
Campilongo hanno raggiunto per due volte i play-off, nel 2007 in Serie
C1, e quindi brindato ad una promozione dalla Serie C2 nel 2006. Il
preparatore atletico era già stato scelto prima che fosse individuato
il nuovo allenatore della squadra. Cestaro, infatti, conosce bene
l’ambiente di Cava de’ Tirreni e soprattutto avrà il vantaggio di aver
lavorato già con molti degli atleti che avrà alle sue dipendenze come
Alfano, Farina, Cipriani, Nocerino, Tarantino e quel Peppe Aquino, che
già sogna di riportarlo ai suoi abituali livelli. Oltretutto il tecnico
di origini napoletane è stato tra i maggiori artefici dell’esplosione
di Sergio Ercolano, pescato nel Sapri ed adesso trascinatore del
Perugia.
Cestaro sarà accompagnato nella sua nuova avventura con la Cavese anche dal prof. La Marca,
che si preoccuperà di rimettere in sesto ed allenare i calciatori
infortunati. Un ritorno quello di Cestaro sicuramente gradito dalla
città e dalla tifoseria.
Andrea Camplone è il nuovo allenatore della Cavese
di Vincenzo Paliotto
Andrea
Camplone proviene da un ambiente calcistico affascinante, prestigioso e
romantico come fu il Pescara di Giovanni Galeone, che approdò in Serie
A tra lo stupore generale, rivelando anche un calcio bello e
scintillante. Pescarese doc, classe 1966, Camplone è del quartiere di
Borgomarino, zona della città rinomata soprattutto per la dedizione dei
loro abitanti alla pesca. Ed il mister abruzzese ha proprio due
fratelli pescatori, mentre lui si è dedicato a quel calcio, che ne ha
fatto un professionista serio ed apprezzato. Un carattere forte e
deciso, per uno che ha perso prematuramente la figura paterna quando
aveva appena dieci anni.
Calcisticamente
è cresciuto nel Pescara e nel 1986/87 ha vinto, con alla guida appunto
Galeone, il campionato cadetto approdando in massima divisione con
molto clamore. Infatti, quel Pescara si iscrisse in extremis al
campionato e con una squadra quasi tutta fatta in casa approdò nel
campionato più bello del mondo. Con gli abruzzesi ottenne la permanenza
in Serie A, quasi con gli stessi effettivi, rinforzandosi però con
gente come il brasiliano Leo Junior e lo slavo Blaz Sliskovic, maestro
nei calci di punizione. Tra A e B ha indossato per 188 volte la maglia
del Pescara con un gol all’attivo, prima di passare al Perugia,
all’Ancona ed al Gubbio, spendendo un’ottima carriera. Il suo nome
passò alla leggenda del calcio pescarese come il GattaBeniniCamplone, i primi tre giocatori della mitica squadra di Galeone.
Ha
iniziato ad allenare abbastanza giovane all’età di 36 anni nella
stagione del 2002/2003, sedendosi sulla panchina del Penne, piccola
squadra ma con molta tradizione della provincia pescarese. Il Penne
disputava il campionato di Eccellenza Abruzzese. Con la formazione
biancorossa Camplone rimane per ben quattro stagioni, ottenendo nel
2004/2005 la promozione in Serie D. Quindi, nello stesso campionato di
Serie D ottenne un quinto posto, portando la squadra alla disputa dei
play-off. Un risultato decisamente clamoroso ed importante. Tra l’altro
nelle file della propria squadra si mette in luce l’argentino Correa,
che lo seguirà al Lanciano, prima di spiccare il volo per la Serie A.
Camplone adotta il modulo del 4-3-3, molto equilibrato e poco
sbilanciato, e si rivela allenatore dalla personalità forte. Infatti,
nell’estate del 2006, mentre pensa di continuare la propria carriera in
D con la Cagliese o al massimo in C2 con la Pro Vasto, lo chiama addirittura
in C1 il Lanciano, che ha rivoluzionato la propria politica societaria.
Infatti, i frentani si affidano ad una squadra giovane e su cui
scommettere e scelgono come guida tecnica proprio quella di Camplone.
Non a caso il Lanciano figura come la rivelazione del girone b della
C1. Anche se a gennaio del 2007 viene esonerato per divergenze con la
società, che nel mercato di riparazione cede i migliori, tra cui Correa
e Colussi, senza rimpiazzarli. Arriva in panchina Andrea Chiappini, che
però deve lasciare nuovamente il posto a Camplone, che guida la squadra
rossonera alla salvezza meritata. L’exploit di Lanciano lo fa diventare
un nome importante per la serie C ed infatti arriva la chiamata più
attesa da parte del Pescara. Il sogno di Camplone è proprio quello di
allenare il club biancazzurro, che però è in un momento di crisi senza
società e senza squadra. L’avventura dell’allenatore pescarese dura
pochissimo, in quanto in riva all’Adriatico non ci sono i presupposti
per allenare. Per non rimanere a spasso accetta coraggiosamente la
panchina del Martina nello stesso girone. Tuttavia, anche i martinesi
vivono una situazione societaria precaria e Camplone conclude anzitempo
il proprio mandato, lasciando il posto a Florimbi.
Quindi,
dopo una trattativa lunga ma non estenuante, Camplone approda con
entusiasmo e buoni propositi sulla panchina della Cavese, firmando un
contratto annuale. L’allenatore pescarese sostiene fermamente il
progetto di Dionisio e della società e si sente molto stimolato
dall’avventura con i metelliani. Il suo vice sarà Dario Rossi, che
chiusa la carriera agonistica si mette a disposizione della società con
grande professionalità. Con Camplone ed il suo 4-3-3 la Cavese inizia un’altra entusiasmante avventura.
vincenzopaliotto@cavese.it http://www.cavese.it/principale.htm
|
|
25 gennaio 2008
Padova, Cestaro polemico con la stampa
Padova, Cestaro polemico con la stampa
Il
presidente Cestaro, in rotta con la stampa locale, lascia la guida del
Padova. Lo staff tecnico e la prima squadra si schierano al suo fianco
e annunciano il silenzio stampa. Anche i tifosi sono dalla sua parte.
 |
 Il presidente Cestaro ce l'ha con la stampa di padova |
|
|
|
Con una lettera aperta indirizzata ai tifosi, che compare sul sito ufficiale www.padovacalcio.it,
il presidente del club biancoscudato Marcello Cestaro apre un’aspra
polemica con la stampa locale e la ritiene di fatto responsabile del
suo annunciato abbandono.
Cestaro scrive infatti che “domenica
dopo che, prima società italiana di C1, abbiamo introdotto la stretta
di mano prima e dopo la partita, modestissimo segnale per svelenire
questo esasperato mondo del pallone” ha dovuto constatare che “tutte
le nostre buone intenzioni sono state offuscate dall’episodio che la
stampa ha riportato i questi giorni, dal mio punto di vista in maniera
faziosa e, mi sia consentito, corporativista”.
Il prersidente rincara la dose affermando che “al
termine di questi cinque campionati sono giunto alla convinzione che il
mio errore, in mezzo a tanti altri che ho sicuramente commesso in
questi anni, sia anche stato quello di non aver tenuto a debita
distanza i giornalisti, così come fanno abitualmente i colleghi di
altre Società”.
L’attacco, molto circostanziato, diventa frontale nel passo cruciale in cui si afferma che “il
mio no alla C1 o alla B, lasciando il Padova in altre mani, è motivato
dal fatto che non posso vivere con un giornalismo così orientato e
schierato”.
E, nel caso sussistesse ancora qualche dubbio, conclude la sua lettera ribadendo “ed
allora, cari tifosi, me ne vado e, a scanso di equivoci, non vado via
per colpa dei politici, dei tifosi, dei giocatori o dei miei
collaboratori, ma per colpa di alcuni giornalisti”.
Non
c’è che dire, più chiaro di così si muore. E i giornalisti di Padova
come l’hanno presa? Al momento non risultano prese di posizione
ufficiali, di cui daremo conto non appena ne avremo notizia.
Intanto
lo staff tecnico e la prima squadra del Padova si schierano a fianco
del loro presidente e annunciano, sempre attraverso il sito ufficiale,
il silenzio stampa. Il fronte anti-giornalisti, dunque, si allarga.
I
tifosi, infine, manifestano la loro solidarietà in forma concreta. Lo
si apprende dallo stesso sito ufficiale del club patavino che informa
come, nella giornata di ieri, “all’apertura della sede
dell’Unicomm a Dueville è stato ritrovato appeso un ampio striscione
che recitava: Cestaro Padova ti ama, non ci lasciare”.
Serena Caluri - www.calciopress.net
|
|
24 gennaio 2008
Lettera aperta del presidente Marcello Cestaro ai tifosi del Calcio Padova
Lettera aperta del presidente Marcello Cestaro ai tifosi del Calcio Padova |
|
Cari tifosi biancoscudati,
in questi ultimi due giorni molte cose sono state scritte sul Calcio
Padova e sul mio conto e per rispetto a voi e a questa Società mi urge
fare chiarezza su alcuni aspetti della polemica innescata.
Domenica dopo che, prima società italiana di C1, abbiamo introdotto la
stretta di mano prima e dopo la partita, modestissimo segnale per
svelenire questo esasperato mondo del pallone, tutte le nostre buone
intenzioni sono state offuscate dall’episodio che la stampa ha
riportato i questi giorni. Dal mio punto di vista in maniera faziosa e,
mi sia consentito, corporativista. Io sono sempre stato disponibile,
nel dopo partita, come è giusto che sia in sala stampa con televisioni
e giornali. Terminata la partita, al di là del risultato, dopo aver
fatto i complimenti alla squadra per la prestazione, nonostante il
risultato non fosse quello sperato, ho avuto il piacere di dialogare in
amicizia con il presidente del Cittadella Angelo Gabrielli, persona
squisita che stimo da tempo. Iniziata la conversazione, di lì a pochi
istanti si è aggiunto il vicesindaco Sinigaglia. Bene, nel mentre
succedeva tutto ciò, venivo invitato da un giornalista di una
televisione locale a fare un’intervista. La prima volta ho risposto
“aspetti un attimo, sto parlando con il signor Gabrielli”, alla terza
maleducata intrusione sono sbottato, certamente usando toni sopra le
righe. Un giornalista (perché lui soltanto?) si è intromesso alle
spalle, ergendosi a difesa dell’intera categoria, senza tener conto che
stavo parlando con l’ospite, adducendo il fatto che lui era lì per
lavorare. E tutti gli altri, compresi noi, cosa facevano lì in sala
stampa? Se io sono sbottato è certo dovuto al fatto che in questi casi
un po’ di buona educazione nei riguardi di tutti i presenti, credo non
stoni.
Basta leggere alcuni quotidiani di oggi per capire come tutto sia
rappresentato con un solo motivo, mettere in cattiva luce il
sottoscritto, e questo poco importa, ma soprattutto il Calcio Padova e
tutti quelli che ci lavorano, ci dedicano la propria passione,
l’impegno e la professionalità. Siamo consapevoli che il Padova è “un
bene pubblico”, abbiamo la fortuna di avere l’attenzione di molti e
quindi dobbiamo accettare le critiche di molti. Sono arrivato a Padova
cinque anni fa da neofita del calcio, pian piano mi sono appassionato e
emozionato per questa maglia, per questa squadra, per questa città,
profondendo energie fisiche umane ed economiche, ma al termine di
questi cinque campionati sono giunto alla convinzione che il mio
errore, in mezzo a tanti altri che ho sicuramente commesso in questi
anni, sia anche stato quello di non aver tenuto a debita distanza i
giornalisti, così come fanno abitualmente i colleghi di altre Società.
Il mio no alla C1 o alla B, lasciando il Padova in altre mani, è
motivato dal fatto che non posso vivere con un giornalismo così
orientato e schierato. Ad avvalorare le mie tesi potrei citare i
quotidiani di piazze come Vicenza o Verona dove le cose vanno
diversamente. Il Vicenza, come è noto, è penultimo in classifica in B,
il Verona ultimo in C1, e da sportivo mi dispiace per entrambe, ma là i
giornali e i giornalisti sono un grande sostegno alla squadra e alla
tifoseria, nonostante i giusti distinguo e le critiche oggettive. A
Padova invece si è sempre pervicacemente “contro”. Ed allora, cari
tifosi, me ne vado e, a scanso di equivoci, non vado via per colpa dei
politici, dei tifosi, dei giocatori o dei miei collaboratori, ma per
colpa di alcuni giornalisti.
E comunque, sempre, Forza Padova!
Marcello Cestaro | http://www.padovacalcio.it/ultime_news.php?id=1783
STRISCIONE DI SOLIDARIETA’ A CESTARO ALL’UNICOMM DI DUEVILLE
|
|
Il Calcio Padova informa che questa mattina, all’apertura della sede
dell’Unicomm a Dueville è stato ritrovato appeso un ampio striscione
che recitava: “CESTARO PADOVA TI AMA, NON CI LASCIARE”. Lo striscione è
stato visto dai molti dipendenti del “quartier generale” dell’Unicomm e
lo stesso Presidente Cestaro è stato informato della sua presenza. | http://www.padovacalcio.it/ultime_news.php?id=1784
|
|
24 gennaio 2008
Padova: Chi sono i colpevoli?
mercoledì 23 gennaio 2008 |
Un
tifoso chiede a Giovanni un parere sulla decisione della Società di
adottare il silenzio stampa a tempo indeterminato dopo le dichiarazioni
del Presidente Cestaro di martedì.
22 gennaio 2008 Da: Massimo
Caro Giovanni, la
società ha annunciato il silenzio stampa! Non ricordo da quanto tempo
una simile misura venisse presa qui a Padova. Cosa ne pensi? Comunque
permettimi di farti i miei più grandi complimenti e di dirti che la tua
voce manca moltissimo.
Massimo
Caro Massimo, il comunicato col quale la società annuncia
l'«interruzione di ogni rapporto con la stampa a tempo indeterminato» è
un pezzo di straordinaria comicità. Io pensavo che la vena di ridicolo
involontario si fosse fermata all'incredibile dicotomia delle
dichiarazioni di Cestaro, apparse martedì su alcuni quotidiani locali
(laddove su Leggo il Presidente annunciava di rilanciare la sua
attività con entusiasmo, mentre su Il Gazzettino dichiarava l'esatto
opposto preconizzando addirittura un prossimo addio), invece si è
arrivati a toccare vette di spirito inaudite. Si decide il silenzio
stampa adducendo come motivazione l'uso di «toni eccessivi e fuori
luogo» nei confronti del Cavaliere Cestaro; il che non è male,
considerato che solo domenica scorsa lo stesso Presidente ha aggredito
un collega in sala stampa. Il fatto è che - al di là dell'episodio
specifico - questa società riesce ogni volta di più a mostrarsi
inadeguata: e non solo dal punto di vista di risultati sportivi, che
sono sotto gli occhi di tutti (tra l’altro: sarà interessante capire
adesso quale effetto potrà avere sui calciatori l’aria di
smobilitazione paventata da Cestaro), ma anche in quello dei rapporti
con i mezzi di comunicazione. Io questo l'ho sostenuto da tempi non
sospetti, e ho pagato la critica a caro prezzo; ma - come ha scritto il
presidente dell'Ordine dei Giornalisti del Veneto - «il Calcio Padova
evidentemente gradirebbe che i giornalisti si dedicassero unicamente a
tessere le lodi della società, relegandoli al ruolo di ospiti sgraditi
quando osano criticarla; ma l'informazione è un diritto
costituzionalmente garantito e nessuno può arrogarsi la decisione di
scegliersi i giornalisti graditi». A questo punto l'unica possibilità
di non farsi travolgere dallo spirito di "autodistruzione" (come ha
scritto benissimo Marco Lorenzi) è quella che Rossi e Meluso sappiano
prendere in mano il gruppo di calciatori, lo isolino da tutto, e, anche
con la forza della rabbia e della sfida che in questo momento li
permea, riescano a ritrovare la fiducia in sé stessi e puntare agli
obiettivi fissati ad inizio stagione (che sono ancora a portata di
mano). D'altronde manca ancora moltissimo e Padova non può più
aspettare. GV Giovanni Viafora -
giovanni.viafora@biancoscudati.net |
Ritratto di Marcello Cestaro |
|
|
|
giovedì 24 gennaio 2008 |
Riportiamo
l'articolo apparso oggi su "Il Corriere del Veneto", nel quale viene
ritratto in primo piano il Presidente del Padova, Marcello Cestaro.
PADOVA – Arrivò alla fine del 2002 pieno di
entusiasmo e, per sua stessa ammissione, “capendo ben poco di pallone”.
Attese qualche mese, poi lentamente si tuffò in un mondo in cui, se non
sai nuotare, prima o dopo anneghi. E l'impressione è che, a distanza di
cinque anni e spiccioli da quello sbarco su Padova, Marcello Cestaro
sia rimasto vittima delle sue stesse contraddizioni. Una persona buona,
generosa e disponibile, ma incapace di circondarsi di collaboratori che
lo sapessero guidare e aiutare ad orientarsi. E che magari lo avessero
aiutato ad evitare che il presidente dell'Ordine dei Giornalisti del
Veneto Gianluca Amadori scrivesse in una nota che “evidentemente il
Calcio Padova gradirebbe che i giornalisti si dedicassero unicamente a
tessere le lodi della società, relegandoli al ruolo di ospiti sgraditi
quando osano criticarla. Ma l’informazione è un diritto
costituzionalmente garantito e nessuno può arrogarsi la decisione di
sciegliersi i giornalisti graditi”. Nel suo comunicato diffuso ieri sul
far della sera, quel riferimento alla stampa veronese e vicentina, dove
“giornali e i giornalisti sono un grande sostegno alla squadra e alla
tifoseria, nonostante i giusti distinguo e le critiche oggettive” fa
onestamente sorridere. Non ci sarebbe bisogno di ricordare in questa
sede che Pastorello non poteva neppure uscire di casa nell'ultima parte
della sua esperienza in Riva all'Adige, incalzato da tv, radio e
giornali a dir poco ostili. O che in passato Vicenza è stata più volte
teatro di aspri scontri dialettici fra giornalisti e società.
Basterebbe ad esempio tenere ben a mente che, nonostante un “Pavia
macellai” urlato ai quattro venti dal megafono dello stadio Euganeo
durante una partita casalinga, i tanti allenatori (Glerean, Ulivieri,
Pellegrino) assunti e poi cambiati, gli errori gestionali da
principiante (regola numero uno in un club calcistico: prima il
direttore sportivo, poi l'allenatore, ci siamo arrivati soltanto
quest'anno...) una comunicazione a dir poco caotica con gli organi di
informazione, l'eccessiva mordidezza con i giocatori che in campo in
molte occasioni sono sembrate le pallide controfigure di se stessi, i
giornalisti padovani gli hanno perdonato sempre praticamente tutto.
Perché Cestaro secondo molti è e resta l'unica speranza in un mondo
imprenditoriale padovano eternamente sordo al richiamo della gloriosa
squadra che fu di Nereo Rocco. Alla fine, però, Cestaro è rimasto
vittima di se stesso. Con quella brutta sceneggiata in sala – stampa
dopo Padova – Cittadella ha visto ritorcersi contro tutto. Se scrivi
bene ti invito a cena, se scrivi male ti lascio a casa. Amici e nemici,
dunque. Eppure alla fine tutto finiva per ricomporsi, perché
l'obiettivo è sempre stato quello di centrare la promozione in serie B.
Fino a quando Marcello da Schio ha detto basta. Spiegando che la colpa
del suo addio a giugno “ era dei giornalisti”. Anzi, “ di alcuni
giornalisti”. Quelli sgraditi. Dimitri Canello - Il Corriere del Veneto |
Il saluto di un non corporativista |
|
|
|
giovedì 24 gennaio 2008 |
Il
nostro collaboratore Luigi Mancino annuncia il suo distacco dal sito
tornando sulla polemica innescata dalla lettera aperta di Marcello
Cestaro.
Mi trovo a dover scrivere del mio “commiato”
proprio in piena bufera. E’ inevitabile quindi un accenno a ciò che è
successo in questi giorni, culminato poi con la lettera aperta che
Marcello Cestaro ha inviato a tutti i tifosi tramite il sito ufficiale
della società. Che dire, pur non essendo un giornalista (scrivo solo
per hobby e i miei articoli sono frutto di passione e diletto) mi sono
sentito particolarmente contrariato a leggere le parole
dell’imprenditore vicentino: penso sia ingiusto dover addossare la
colpa solo ed esclusivamente ad una categoria che, non lo metto dubbio,
avrà commesso i suoi errori (forse non sempre in buonafede) ma che,
allo stato attuale, non può essere il capro espiatorio di un fallimento
durato cinque anni. Ritengo quindi che si debba essere onesti, con
sé stessi e con i veri tifosi, coloro i quali non vanno dietro alle
chiacchiere da bar ma che allo stesso tempo non credono alle
“favolette” che qualcuno nelle ultime ore ci ha propinato. Se in cinque
anni si investono tanti milioni di euro per il bene del Padova ma si
finisce sempre per essere gli “zimbelli della serie C” probabilmente
c’è qualcosa che non va! Qualcosa che però non può essere addebitato
solo ed esclusivamente ai giornalisti (e lo capirebbero anche i
bambini…) ma che forse va a toccare talmente tante sfaccettature che
anche l’Hercule Poirot di turno farebbe fatica a capire. I
successi, così come i fallimenti, vanno condivisi, si vince e si perde
tutti insieme. Nel caso del Padova quindi, l’insuccesso della gestione
Cestaro è da imputare a tutti, indistintamente: collaboratori,
politica e imprenditoria locale (troppo facile menzionare la questione
Euganeo?), tifosi e, appunto giornalisti. Il paragone con Vicenza e
Verona, oltretutto, regge poco: berici e scaligeri, nonostante una
stampa “accondiscendente” stanno inanellando stagioni pessime, non
tanto migliori di quelle vissute nella Padova dei giornalisti
“corporativisti”.
Chiusa
questa corposa parentesi, ringrazio di cuore Marco Lorenzi che più di
un anno fa, a “scatola chiusa”, mi concesse la fiducia di poter
intraprendere una piccola grande avventura chiamata biancoscudati.net.
Probabilmente curerò ancora qualche rubrica settimanale ma con il
passare dei mesi sarò sempre meno presente. A causa di impegni
professionali, infatti, mi troverò costretto a dover ridurre
sensibilmente il mio apporto alle vicende del sito che, comunque,
seguirò sempre con tanto affetto e interesse. Mi auguro che il mio
graduale disimpegno riesca ad essere compensato dall’arrivo di nuovi e
appassionati collaboratori che, ne sono certo, aiuteranno
biancoscudati.net a crescere ulteriormente. Un sentito “grazie” va
anche ad Antonio Ammazzagatti e Francesco Chiarenza, persone che pur
lavorando “dietro le quinte” hanno il grande merito di aver reso (e
rendere) fruibile a tanti tifosi ed addetti ai lavori quella che per
diverse settimane era stata solo un’idea abbozzata su carta… Luigi Mancino -
luigi.mancino@biancoscudati.net |
giovedì 24 gennaio 2008 |
Marcello
Cestaro ha rivolto ai tifosi una lettera nella quale prova a spiegare
le motivazioni che lo hanno indotto a prendere decisioni drastiche in
merito al futuro della sua Società. Il suo imminente abbandono della
sede di Viale Rocco è da imputare non a politici, istituzioni o tifosi,
ma ai... giornalisti.
La tempesta sarà anche cessata, ma i danni che
l'autentica grandinata che ha colpito l'ambiente biancoscudato tra
domenica e martedì appaiono ingenti. Lo ha sottolineato il Presidente
del Padova, Marcello Cestaro, in una lettera aperta
ai tifosi, nella quale il Cavaliere originario della provincia
vicentina non solo ha ribadito a chiare lettere la volontà di lasciare
la città del Santo al termine della stagione, ma anche indicato la
causa scatenante di tale improvvisa decisione. "A Padova invece si è
sempre pervicacemente “contro”. - scrive Cestaro nelle battute finali
della sua disquisizione - Ed allora, cari tifosi, me ne vado e, a
scanso di equivoci, non vado via per colpa dei politici, dei tifosi,
dei giocatori o dei miei collaboratori, ma per colpa di alcuni
giornalisti."
Stupore e tanti interrogativi.
Non ci siamo, non ci siamo proprio. Chi si attendeva una lucida
disamina delle cause che hanno portato il Presidente ad esplodere il
proprio malcontento dopo la gara contro il Cittadella, sarà rimasto
evidentemente deluso, perchè nelle righe scritte dal numero uno della
S.p.a. biancoscudata emerge soltanto un senso di delusione che con una
velleitaria arrampicata sugli specchi viene nascosta da motivazioni
puerili che mai, lo ammettiamo, avremmo pensato potessero essere
davvero adottate per fare da paravento ad una decisione così importante. Una
cosa è certa, oggi. Il momento di estrema difficoltà nel quale versa il
Calcio Padova, situazione che annualmente (da almeno cinque stagioni)
si ripropone all'ombra del Santo, non può essere imputato ad un cattivo
comportamento della categoria "giornalisti". Non può e non deve essere
questa la motivazione, perchè pretestuosa, puerile e, aggiungiamo, un
tantino fuori luogo. Le dichiarazioni apparse nella homepage del
sito ufficiale della società ci sembrano piuttosto condite con una
buona dose di quel che si dice "cercare un alibi",
magari per un momento di sconforto e per la vera volontà di lasciare la
barca biancoscudata, ma con ben altre motivazioni lasciate dietro le
quinte.
Soci. Quanto a coloro che ruotano
attorno all'organigramma dirigenziale ed al consiglio di
amministrazione, rimaniamo basiti, nel constatare una volta in più
l'assenteismo che li ha sempre contraddistinti, fin dal loro arrivo in
casa biancoscudata. Un paio di dichiarazioni, che sembrano uscire da un
manuale per imparare a costruire luoghi comuni. Quote societarie
risibili, impegni presi a parole e dimostrazioni di affetto in grande
stile: poi? Il nulla. Vedremo, quando davvero giungerà il momento, per
il Presidente, di fare le valigie, se al buon allenamento con la
retorica farà seguito un impegno concreto oppure se
abbandoneranno anch'essi la nave perchè il tempo delle parole è finito
per sempre.
Chi sono i colpevoli? La bomba
scoppiata martedì lasciava presagire considerazioni ben precise da
parte del Presidente Cestaro. In tutta franchezza, l'affermazione del
Cavaliere "Un giorno dirò tutto, farò i nomi, per il momento mi fermo qui" ci ha fatto cadere un mattone piuttosto pesante tra capo e collo. I nomi di chi? Ed in relazione a che cosa, soprattutto?
Lo ripetiamo a gran voce, chiedendo una risposta sincera, come abbiamo
sempre creduto essere l'animo della persona di Marcello Cestaro, che
giunga immediatamente a chiarire un dubbio pesante ed in grado di
gettare ombre di non poco conto su una categoria, quella dei
giornalisti, che nella lettera aperta di ieri è stata (indegnamente,
permettetecelo) attaccata nella sua generalità.
Marco Lorenzi -
marco.lorenzi@biancoscudati.net
|
http://www.biancoscudati.net/index.php

Padova
silenzio stampa
Cestaro
| inviato da ipse dixit il 24/1/2008 alle 14:59 | |
|
|
24 gennaio 2008
Padova, Cestaro se ne va in polemica con i giornalisti
Padova, Cestaro se ne va in polemica con i giornalisti
Pubblichiamo
la lettera aperta che l'ormai ex presidente biancoscudato ha rivolto ai
tifosi. Cestaro spiega ai sostenitori del Padova il perchè del suo
addio: "Non posso vivere con un giornalismo così orientato e schierato"
Fonte: http://www.padovacalcio.it/
Cari tifosi biancoscudati, in questi ultimi due giorni molte cose sono
state scritte sul Calcio Padova e sul mio conto e per rispetto a voi e
a questa Società mi urge fare chiarezza su alcuni aspetti della
polemica innescata.
Domenica dopo che, prima società italiana di C1, abbiamo introdotto la
stretta di mano prima e dopo la partita, modestissimo segnale per
svelenire questo esasperato mondo del pallone, tutte le nostre buone
intenzioni sono state offuscate dall’episodio che la stampa ha
riportato i questi giorni. Dal mio punto di vista in maniera faziosa e,
mi sia consentito, corporativista. Io sono sempre stato disponibile,
nel dopo partita, come è giusto che sia in sala stampa con televisioni
e giornali. Terminata la partita, al di là del risultato, dopo aver
fatto i complimenti alla squadra per la prestazione, nonostante il
risultato non fosse quello sperato, ho avuto il piacere di dialogare in
amicizia con il presidente del Cittadella Angelo Gabrielli, persona
squisita che stimo da tempo. Iniziata la conversazione, di lì a pochi
istanti si è aggiunto il vicesindaco Sinigaglia. Bene, nel mentre
succedeva tutto ciò, venivo invitato da un giornalista di una
televisione locale a fare un’intervi sta. La prima volta ho risposto
“aspetti un attimo, sto parlando con il signor Gabrielli”, alla terza
maleducata intrusione sono sbottato, certamente usando toni sopra le
righe. Un giornalista (perché lui soltanto?) si è intromesso alle
spalle, ergendosi a difesa dell’intera categoria, senza tener conto che
stavo parlando con l’ospite, adducendo il fatto che lui era lì per
lavorare. E tutti gli altri, compresi noi, cosa facevano lì in sala
stampa? Se io sono sbottato è certo dovuto al fatto che in questi casi
un po’ di buona educazione nei riguardi di tutti i presenti, credo non
stoni.
Basta leggere alcuni quotidiani di oggi per capire come tutto sia
rappresentato con un solo motivo, mettere in cattiva luce il
sottoscritto, e questo poco importa, ma soprattutto il Calcio Padova e
tutti quelli che ci lavorano, ci dedicano la propria passione,
l’impegno e la professionalità. Siamo consapevoli che il Padova è “un
bene pubblico”, abbiamo la fortuna di avere l’attenzione di molti e
quindi dobbiamo accettare le critiche di molti. Sono arrivato a Padova
cinque anni fa da neofita del calcio, pian piano mi sono appassionato e
emozionato per questa maglia, per questa squadra, per questa città,
profondendo energie fisiche umane ed economiche, ma al termine di
questi cinque campionati sono giunto alla convinzione che il mio
errore, in mezzo a tanti altri che ho sicuramente commesso in questi
anni, sia anche stato quello di non aver tenuto a debita distanza i
giornalisti, così come fanno abitualmente i colleghi di altre Società.
Il mio no alla C1 o alla B, lasciando il Padova in altre mani, è
motivato dal fatto che non posso vivere con un giornalismo così
orientato e schierato. Ad avvalorare le mie tesi potrei citare i
quotidiani di piazze come Vicenza o Verona dove le cose vanno
diversamente. Il Vicenza, come è noto, è penultimo in classifica in B,
il Verona ultimo in C1, e da sportivo mi dispiace per entrambe, ma là i
giornali e i giornalisti sono un grande sostegno alla squadra e alla
tifoseria, nonostante i giusti distinguo e le critiche oggettive. A
Padova invece si è sempre pervicacemente “contro”. Ed allora, cari
tifosi, me ne vado e, a scanso di equivoci, non vado via per colpa dei
politici, dei tifosi, dei giocatori o dei miei collaboratori, ma per
colpa di alcuni giornalisti.
E comunque, sempre, Forza Padova!
Marcello Cestaro http://www.tuttomercatoweb.com/?action=read&id=90185
Padova
Cestaro
| inviato da ipse dixit il 24/1/2008 alle 0:25 | |
|
|
|