1 febbraio 2008
Sorrento, Castellano e Morgia parlano del mercato rossonero
Sorrento, Castellano e Morgia parlano del mercato rossonero
Non ha provocato particolari sussulti il mercato di riparazione del
Sorrento. Chi si aspettava grandi colpi forse sarà rimasto deluso.
Tuttavia Antonino Castellano,
presidente del club costiero insieme a Franco Giglio, una spiegazione
ben precisa ce l'ha. Le sue idee, manifestate nel corso di
un'intervista rilasciata al collega Salvatore Dare del portale Solosorrento,
sono chiare e fanno una panoramica puntuale di tutti i progetti
rossoneri, presenti e futuri: "Noi non dovevamo stravolgere l'assetto
della squadra. Sono arrivati tre calciatori utili. Dopo la partenza di
Piccioni avevamo la necessità di sostituirlo: è arrivato infatti
D'Isanto che, rispetto a Walter, è molto più offensivo. L'organico,
poi, è stato migliorato con l'arrivo dalla Samp di Taormina e con la
firma di Casals. I ragazzi che sono arrivati li riteniamo validi.
L'operato della società si è rivolto anche al futuro. Abbiamo
acquisito, riscattandolo in toto, il cartellino di Radi. Maury ha
prolungato il contratto per altre due stagioni (scadenza 2010 ndr). A
Pezzella è stato rinnovato il contratto (quello precedente scadeva nel
2008, ora l'accordo durerà almeno fino al 2011 ndr). La società si
muove anche in ottica futura: anche questo modo di fare vuol dire fare
calciomercato. Siamo dirigenti lungimiranti che guardano in avanti.
Anche per questo motivo amiamo lavorare coi ragazzi del settore
giovanile. Il futuro si crea dalle basi del settore giovanile. Spese
stratosferiche e pazze non ne facciamo anche perché come piazza non
possiamo competere con città come Salerno, Terni, Perugia… non faccio
una polemica rivolta alla tifoseria, ma ciò che dico lo si vede dal
bacino d'utenza limitato anche territorialmente rispetto ad altre
realtà. Se a Sorrento si fa la C1 e perché ci sono dei pazzi
appassionati. Il calcio a Sorrento, qualcuno, lo vede come un disturbo.
Forse diamo fastidio. Ritornando al mercato, voglio puntualizzare una
cosa: non siamo andati a Milano anche perché lì è un teatrino che non
ci piace e non ci compete. A Milano ci vanno i dirigenti che amano le
telecamere e amano farsi vedere. Lì è un mercato rionale, un caos. Non
ci siamo andati anche perché non dovevamo fare nulla di esorbitante".
Gli fa eco il tecnico Massimo Morgia.
Durissimo il suo affondo nei confronti del calcio attuale: "La società
ha fatto il suo meglio, tentando tutto il possibile. I tentativi sono
andati vani, a vuoto, perchè nel nostro Paese c'è una cultura
sbagliata, soprattutto nel mondo del calcio. Sia chiaro: io sposo la
politica pulita e umana della società a cui, lo sottolineo, sono molto
vicino. Il modo di pensare ed operare che concretizzano i dirigenti è
quello mio, che covo dentro da anni. A me non piace essere catalogato
come un allenatore che scende ai compromessi, a patti, a giochi di
potere prendendo giocatori di quel procuratore o di quell'altro oppure
facendosi imporre persone anche da altre società. In questo mercato ci
sono state moltissime pressioni esterne e sia io che la società ne
siamo rimasti lontani. Ho finalmente trovato una società che la pensa
proprio come me. Certo, sono franco e dico ciò che penso. Vedo squadre
che prendono sette, otto, nove giocatori mentre noi abbiamo fatto ciò
che dovevamo fare. E'stato un mercato nel quale ci siamo rinforzati
anche come spirito. Qui c'è un ambiente sano, diverso da quello di
altri posti. Ciò che ha fatto il Martina non è assolutamente
encomiabile. Lo dico apertamente. Il Martina, per due settimane, ha
fatto giocare la Berretti. Hanno fatto dei proclami poi non hanno
pagato gli stipendi, gli alberghi...presentando difficoltà economiche.
Il Martina ha perso due gare regalando sei punti facendo sì che si
falsasse tutto il campionato. Ora, invece, hanno preso dieci giocatori
con un altro ex procuratore che ha fatto il diesse in estate a Taranto
passando al Martina poche settimane fa. La nostra gente deve essere
contenta del modo di fare del Sorrento. A me farebbe schifo fare quel
tipo di calcio. Va, quindi, apprezzato il modo di fare dei dirigenti
del Sorrento. Dobbiamo stringerci attorno e fare quadrato con tutte le
componenti del nostro ambiente: dobbiamo lottare e vincere in un mondo
ricco di disonesti e di falsi. Il Sorrento è una realtà piccola, che
torna dopo vent'anni in C1, che porta avanti un progetto sano. La
scelta di fare calcio così, non è un evento degli ultimi tempi
concretizzatosi col mio arrivo. Maury, Radi, Vanin e Nicodemo, ad
esempio, sono acquisti che sfuggono alle logiche sbagliate che ci sono
ora nel mondo del pallone. Il Sorrento li ha presi a giugno. Ciò dice
tutto. Questi calciatori sono persone perbene, che non sono legate a
circuiti strani. Io, Massimo Morgia, non sono un allenatore che, come
agisce qualcun'altro, gira e va a fare il mercato e si lamenta con la
gente e sui giornali che il presidente non ha preso quel o quei
giocatori. Negli stadi, anche al campo Italia, quando leggo e sento
slogan contro il calcio moderno sono contento: io sposo quest'idea
delle tifoserie". http://www.tuttomercatoweb.com/?action=read&id=92141
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24 gennaio 2008
Sorrento: Castellano su Favasuli: " Un falso, altro che professionismo"
Calcio Mercato ultime ore di trattative
Il Presidente Castellano su Favasuli: " Un falso, altro che professionismo"
solosorrento.it
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Dopo
l’arrivo di Casals, D’Isanto e Taormina, il Sorrento non ha chiuso il
mercato. Questo è certo. Al mosaico, per quel che concerne gli arrivi,
mancano un centrocampista ed un attaccante. In uscita, inoltre, è
palese che ci sarà qualche altra partenza. I bene informati nicchiano,
cercando di stilare l’identikit dei prossimi nominati. Il nome in caldo
per il reparto avanzato è quello di Giuseppe Caccavallo del Taranto, ma
di proprietà del Lecce. Dalle indiscrezioni filtrate, il dg Diodato
Scala, mercoledì mattina si sarebbe recato a Lecce per chiudere
l’affare, con esito positivo. Fonti pugliesi, inoltre, affermano che
entro sabato dovrebbe giungere l’annuncio. Sfumato Favasuli, per la
mediana si parla di Romondini anche se l’impressione è che arrivi
qualche altro elemento. Su queste tematiche ed altro, lasciamo la
parola al presidente Castellano:
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“Ci sarà
sicuramente qualche partenza mentre in arrivo prenderemo solo un altro
giocatore. Parlando di Favasuli, mi preme dire che con lui ho
constatato quanto sia falso il mondo del calcio. Favasuli, passato alla
Cavese, aveva firmato con la società metelliana da almeno dieci giorni.
Inoltre, martedì sera, Favasuli mi ha chiamato per tentare, facendo
finta quindi, di voler proseguire nella trattativa col Sorrento. Ciò è
inaccettabile. In serie C, c’è una possibilità molto più alta, rispetto
ai campionati dilettantistici, di incontrare, parlare e trattare con
vera e propria gentaglia. La parola professionista è dura. Molti
calciatori, per esempio, si rifanno al professionismo solo ed
esclusivamente quando muovono richieste esplicite a noi dirigenti,
mentre quando lo devono dimostrare vengono meno. Questo monito è
indirizzato anche ma soprattutto ai procuratori. Di bravi procuratori
ne ho incontrati pochi. Il vero procuratore di chi gioca a calcio è il
rettangolo di gioco. Se un ragazzo fa bene in campo, non ha la
necessità di rifarsi ad un procuratore. Molti procuratori non aiutano i
propri assistiti, ma cercano di trarne benefici propri. In generale, il
procuratore prende dei soldi che farebbero capo al giocatore”
Simpatico siparietto su Caccavallo:
Il nome di Caccavallo è fondato o è un’altra fantasia?
“E chi è questo Caccavallo?”
Giuseppe Caccavallo, Taranto di proprietà del Lecce…
“Non lo conosco, mi spiace” Ecco Taormina, il motorino della fascia sinistra
a cura di Salvatore Dare
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Fisico
esile ma con gambe esplosive, sinistro potente ma preciso. Corsa pulita
e voce alta anche in conferenza stampa. Insomma, il primo giorno di
Giovanni Taormina al Sorrento non si può definire sottotono.
Tutt’altro. E’giunto nella serata di martedì in costiera, accompagnato
dal papà che, a venti chilometri di distanza, lo si riconosce:
emozionato, non alto (proprio come il figlio ndr) e sempre al cellulare
per raccontare a chi non è lì il primo giorno del suo Giovanni al
fianco di Rastelli e Brunner. Giunto in prestito dalla Sampdoria fino a
giugno, Taormina è un altro elemento giovane che potrà rivelarsi utile
ai fini della stagione. In sala stampa domina la scena con idee
limpide, non da ventenni qualunque.
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Dopo tanti tentennamenti, anche tuoi, è finalmente giunto il primo giorno in rossonero. Che ne pensi?
“Questa,
per un giovane come me, è una grande opportunità da cogliere al volo.
Tenterò di sfruttarla al meglio per contribuire alla salvezza e per
fare passi importanti verso la mia completa maturazione tecnica.
Sorrento è una bella piazza, anche perché è il luogo ideale dove un
giovane può emergere. C’era un discorso intavolato anche col Catania,
ma ho preferito approdare al Sorrento anche perché quello rossonero è
un progetto ambizioso. Mi confronterò nel calcio che conta, accanto a
uomini e giocatori veri”
Tatticamente come ti definisci?
“In estrema
chiarezza, mi definisco un motorino di fascia. Sono un esterno sinistro
che ama correre, e tanto, lungo l’out mancino. Scatto tanto e mi muovo
molto. Preferisco agire un po’ più avanti rispetto al classico terzino
sinistro, che comunque so interpretare. Prediligo, infatti, giocare a
sinistra in un 3-4-3 o in un 3-5-2, anche se mi adatto a qualunque
situazione tecnico-tattica”
La tua breve carriera come si è snodata?
“Sono nato ad
Agrigento, ma ben presto l’ho lasciata. Calcisticamente, sono cresciuto
nel vivaio della Sampdoria, giocando lì per quattro stagioni giungendo
fino alla Primavera. Dopo sono andato in prestito in serie D, all’USO
Calcio e all’Alessandria. Questa stagione l’ho iniziata in
blucerchiato, ma era giunto il momento di confrontarmi con realtà più
rilevanti rispetto a quelle dilettanti”
Antonino Di Leva, numero dieci talentuoso, sorrentino doc, ora in forza alla Sampdoria negli Allievi Nazionali l’hai conosciuto?
“Si, certo. Siamo molto amici”
Ti ha consigliato quindi di accettare Sorrento o non vi siete detti nulla a tal riguardo?
“Tonino
mi ha parlato alla grande del Sorrento società, dell’ambiente e della
città. Ovviamente lui è nativo di Sorrento quindi in un certo senso mi
ha avvantaggiato. Molto volentieri ho accettato un suo consiglio”
Capire tu non puoi...tu chiamale se vuoi...emozioni
a cura di Salvatore Dare.
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Ognuno,
quando vive in prima linea un evento, di qualsiasi genere, non può
apparire glaciale e freddo. Nella vita non si vive di solo pane
quotidiano. Anzi. Se così fosse, gli avvenimenti che ci stanno a cuore
cesserebbero di esser tali. Quando si ammira un figlio nascere o
compiere i primi passi oppure quando si assiste ad una gara di calcio
cruciale ai fini di un’intera stagione, lo stato emotivo non può
enunciare un grafico piatto. Le emozioni sono una caratteristica
propria, residente esclusivamente negli esseri umani, che implica una
conseguente reazione cognitiva ma anche fisica, di solito improvvisa,
alla concretizzazione di un fatto o uno stimolo. “Emozioni” è,
ovviamente, il titolo del più grande capolavoro artistico-musicale del
più grande cantautore italiano: Lucio Battisti. Lungi da noi sostenere
che Battisti, nello stilare la sua canzone più famosa, avesse in mente
di riferirsi ad una mera partita di pallone. Il calcio è amato da
tanti, ma coloro che non lo seguono lo schifano a priori e ti bollano
con le squallide espressioni del tipo “Ma che gusto ci trovi ad andare a vedere ventidue persone che rincorrono un pallone?”, “Cosa ti dà il calcio?”. No, lasciamo perdere. I non calciofili, per nostra e loro fortuna, non lo possono capire.
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Parlando
di stati emotivi ed emozioni, non ci si può non riferire alla sorpresa,
all’imprevedibilità e alla gioia per un risultato, quello del “Renato
Curi” di Perugia, che onestamente, in pochissimi avevano messo in
preventivo. Anche il dono inaspettato è sintomo di ormoni in circolo,
inteso quindi come una suggestione che è causata da una circostanza
contraria all’aspettativa di chi lo prova e lo sperimenta.
Massimo
Morgia, un tipo che quando ha da dire qualcosa lo fa senza peli sulla
lingua – vedi ad esempio le parole al cianuro pronunciate
nell’intervallo di Sorrento-Vibonese di Coppa Italia e ripetute nel
post-partita – si è ritrovato privo di sei elementi base dello
scacchiere su cui, da qualche mese, sta lavorando di giorno e notte.
L’avversario, il quotato – sulla carta – Perugia di Antonello
Cuccureddu (uno che, tra le righe ma non troppo, nel match d’andata
infangò la sua immagine con comportamenti da vero dilettante), veniva
da tre feconde e fertili – fertili di brutte nuove visto il
licenziamento di lunedì sera – sconfitte consecutive interne. Chi
avrebbe firmato per un brutto pari in Umbria? Beh, in molti l’avrebbero
fatto.
L’aspetto, però, più rilevante è lo spirito battagliero della truppa visto contro il Grifo dei baci. Il Morgia pensiero è il pesante “Ho visto un manipolo di uomini che per tutta la contesa si è aiutato a vicenda lottando fino allo spasmo”.
Come dargli torto? Le sue acide considerazioni sono servite a quanto
pare, con la speranza comune che il Sorrento, inteso come gruppo,
prosegui nel corso della stagione con questa testa. Dal mercato
iniziano ad arrivare liete novelle. Dopo la magrissima figura che ha
fatto Mounard, è arrivato D’Isanto dalla Salernitana che, ad occhio e
croce, ha grandi motivazioni e tecnicamente può dare una bella mano al baffo d’oro rossonero.
Taormina e Casals sono due ragazzini con la fame giusta, la fame di chi
sul campo deve costruirsi il proprio futuro. Altri rinforzi potrebbero
e dovrebbero esserci: un bel centrocampista di passo e capace di
rendere la manovra fluida sarebbe cosa buona e giusta. Una punta
centrale pure.
In ogni caso, la vicenda “Curi” non deve dare alle chiocche
né costruire facili e dilettantistiche illusioni. Ci si deve salvare,
giungendo a quota 43 il prima possibile. La vittoria contro il Perugia
non è la soluzione alla cura del malato, che è in netto miglioramento
ma è ancora convalescente. Anche se, obiettivamente, i tre punti colti
in terra umbra, sono quelli più romantici e insigniti di alto valore,
per il teatro in cui si sono raccolti, dell’intera era
Castellano-Giglio e forse di più, andando a ritroso nel tempo.
Parlavamo di emotività, gioia e sorpresa. Diciamo che il salud dalla panca del Perugia di Cuccureddu, dopo le uscite bizzarre e fuori luogo del match d’andata e del ritorno (“questi si difendevano...questi qui…gli altri…
gli altri siamo noi), non può che non amplificare l’orgoglio rossonero
e la felicità per aver contribuito all’allontanamento di un buon
tecnico ma di uno spoglio comunicatore le cui esternazioni, in quel di
Perugia, hanno contribuito al malcontento espresso dalla gente durante
la sfida.
Ora
si deve gustare appieno l’impresa del “Curi”, ma senza porsi sul
piedistallo. Siamo sempre una matricola neopromossa alle prime armi che
deve lottare per la salvezza. Basta, solo questo. http://www.solosorrento.it/ 
Sorrento
Castellano
Favasuli
Taormina
| inviato da ipse dixit il 24/1/2008 alle 18:48 | |
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